Weinberger tenta di promuovere il NYTimes

Weinberger tenta di promuovere il NYTimes

L'esperto web commenta il lancio del nuovo portale sociale del New York Times. Che viene promosso con riserva. Ma molti in rete lo vorrebbero addirittura bocciato
L'esperto web commenta il lancio del nuovo portale sociale del New York Times. Che viene promosso con riserva. Ma molti in rete lo vorrebbero addirittura bocciato

E alla fine intervenne anche David Weinberger . A due settimane dal lancio della beta pubblica del nuovo portale personalizzato del New York Times , il celebre esperto delle cose della rete traccia un giudizio preliminare su quanto vede, e decide di premiare gli sforzi del più celebre quotidiano del mondo, regalandogli la sufficienza.

Ecco cosa scrive sul suo blog : “my.nytimes.com consente di scegliere i propri feed. Chiaramente il materiale NYT è disponibile, ma è possibile anche creare una pagina che mostri le notizie del Washington Post, Slate e BBC senza che il NYT compaia”. Il meccanismo ricorda quello già ampiamente consolidato su altre celebri homepage personalizzabili, come iGoogle o MyYahoo : la novità è che “il sito consente di aggiungere i feed consigliati da molte celebrità che scrivono sul NY Times”.

La page La pagina di My Times include ovviamente i widget più comuni: previsioni meteo, browser Flickr, le quotazioni di borsa e persino un cruciverba. È possibile riarrangiare i contenuti secondo le proprie preferenze , e anche suddividerli su più pagine per creare sezioni monotematiche. Qualsiasi feed RSS di qualunque sito può essere infilato in mezzo agli altri, integrando sulla stessa pagina le news del NYT e i racconti dei propri amici.

A suscitare le perplessità di Weinberger , e di molte altre voci della blogosfera, è la limitazione delle informazioni al solo titolo delle notizie e l’assenza di qualsiasi forma di commento : “Non c’è nemmeno la possibilità di postare un pollice per o un pollice verso, e negli articoli non c’è alcun collegamento ad un blog con un post sull’argomento”. Caratteristiche che, nell’era del social networking e di Digg , appaiono come una trascuratezza.

My Times è ancora in beta , sebbene il suo sviluppo sia iniziato oltre un anno fa, “tuttavia – conclude Weinberger – la decisione di permettere di aggregare altre fonti su un dominio del NY Times è già un gesto simbolico molto importante”. Si tratta di un passo significativo, per lo stesso editore che ha da tempo annunciato la sua intenzione di concentrarsi sullo sviluppo dei propri servizi online , e che da tempo sostiene di raccogliere un maggior numero di lettori in rete di quanto non faccia con l’edizione cartacea.

Le potenzialità, d’altronde, ci sono tutte: con un nome importante da spendere, le raccomandazioni dei vari giornalisti del NYT potrebbero diventare uno strumento per far conoscere aspetti poco noti e siti poco frequentati della rete . La capacità di includere con semplicità il contenuto delle altre pagine, potrebbe inoltre avvicinare quella fetta dei lettori del NYT, meno avvezzi all’uso dei feed, a sfruttare le più moderne tecnologie relative alle news in un ambiente user-friendly .

La nuova piattaforma non sarà quindi un capolavoro di modernità ed innovazione, ma potrà senz’altro aiutare il NYT , sostengono in molti , a superare le nuove sfide poste dai social media , dal citizen journalism e dall’universo delle news decontestualizzate del web 2.0. Restare al passo con la tecnologia , potrebbe essere l’unica ancora di salvezza per i “vecchi” gruppi editoriali a stampa.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
17 set 2007
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