Microsoft, lo smartphone è la password

Microsoft, lo smartphone è la password

Redmond annuncia una novità per la sua app di autenticazione "password-free" a mezzo mobile. Una funzionalità di sicurezza avanzata che taglia fuori Windows Phone 10
Redmond annuncia una novità per la sua app di autenticazione "password-free" a mezzo mobile. Una funzionalità di sicurezza avanzata che taglia fuori Windows Phone 10

Microsoft ha dichiarato tranquillamente di disprezzare lo storico concetto di password e si è mossa per implementare un nuovo meccanismo di autenticazione sicura che fa uso degli smartphone degli utenti . Una funzionalità che per il momento – o anche nel prossimo futuro – sarà a disposizione solo dei proprietari di gadget mobile basati su Android e iOS.

La nuova autenticazione sicura è stata integrata in Microsoft Authenticator, app che fin qui permetteva di servirsi dello smartphone come di un meccanismo di autenticazione a doppio fattore: l’utente avrebbe dovuto confermare da mobile la legittimità della richiesta di accesso a un sito del network di Redmond, ma solo dopo aver provato ad accedere al suddetto sito tramite l’immissione di email e password.

La nuova versione della app elimina la necessità di una parola chiave , perché una volta specificata l’email i server di Redmond invieranno un codice di autenticazione sullo smartphone. Ricevuta la conferma dell’identità dell’utente, il login potrà procedere normalmente come al solito.

Microsoft saluta questa sorta di “downgrade” dall’autenticazione a doppio fattore a una a singolo codice mobile-dipendente come un miglioramento per la sicurezza e la semplicità di utilizzo, e altrettanto serenamente mette in chiaro che a Redmond Windows Phone è considerato secondario.

Il nuovo Authenticator è infatti disponibile esclusivamente per utenti di gadget Android e iOS , perché – stando a quanto confermato da Microsoft stessa – Windows Phone 10 rappresenta solo il 5 per cento degli utilizzatori attivi della app . Gli OS mobile della concorrenza sono una priorità, poco importa che i “fan” della piattaforma propria e proprietaria di Redmond (perché ora Microsoft considera i suoi utenti come fan ) non siano affatto soddisfatti di contare così poco per l’azienda che hanno deciso di sostenere con i loro acquisti passati.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 apr 2017
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