LinuxNews/ Piccoli hacker giocano con i Lego

LinuxNews/ Piccoli hacker giocano con i Lego

Sono nati e si stanno sviluppando tanti piccoli prodotti Open-Source per gestire i robot MindStorm della LEGO. La casa madre osserva mentre le vendite crescono
Sono nati e si stanno sviluppando tanti piccoli prodotti Open-Source per gestire i robot MindStorm della LEGO. La casa madre osserva mentre le vendite crescono


Un interessante articolo su Wired , svela il curioso mondo che è nato e si sta sviluppando intorno ai piccoli robot Mindstorm della Lego , che stanno avendo un’inaspettato successo tra la comunità hacker (qui intesa nella sua originale e positiva accezione). Ciò ha creato stupore e qualche perplessità tra il management della popolare società per i giochi, che in un prossimo futuro dovrà decidere se sostenere, realmente, lo sviluppo Open Source del software o meno.

La LEGO intanto osserva la crescita delle vendite del prodotto e ufficialmente non incoraggia né scoraggia le persone che si cimentano in quest’avventura, continuando a fornire il suo Kit di sviluppo proprietario per giocare.
Ma tale kit di sviluppo è considerato insufficiente da molti smanettoni che sin dalla presentazione ufficiale del prodotto, avvenuta nel 1998, hanno lavorato per vivisezionarne il codice. Ovviamente ci sono riusciti e hanno cominciato a sviluppare tanti piccoli prodotti molto più evoluti di quelli offerti dalla casa madre.

Tra questi degni di nota sono il pbFORTH un linguaggio FORTH interpretato, il Not Quite C un linguaggio con una sintassi simile al C, e LegOS , un vero e proprio sistema operativo embedded che permette di sviluppare programmini in C (vero) utilizzando il compilatore GNU C. C’è anche un prodotto JAVA, leJOS , che è ancora in alpha release, che fornisce un ambiente di programmazione JAVA per il MindStorm RCX.

Con questi strumenti, sviluppati anche con il supporto amichevole dello staff tecnico della LEGO, è chiaramente possibile sviluppare dei robot molto evoluti con i giocattoli della LEGO. La conseguenza di tutto ciò da un lato è quello di far aumentare le vendite del prodotto e dall’altro di iniziare i ragazzi a quella che è stata definita la “fine art of positive hacking”.

A cura di noze , Soluzioni Open-Source

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Pubblicato il
12 nov 2000
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