26 milioni di italiani fuori da Internet

26 milioni di italiani fuori da Internet

Non molti si collegano e la maggioranza lo fa solo per svago: la consapevolezza del mezzo e l'uso degli strumenti creativi della rete sono cosa per pochi. E sarà sempre più così anche in futuro. Il P2P? Lo usano 8 milioni di italiani
Non molti si collegano e la maggioranza lo fa solo per svago: la consapevolezza del mezzo e l'uso degli strumenti creativi della rete sono cosa per pochi. E sarà sempre più così anche in futuro. Il P2P? Lo usano 8 milioni di italiani

Il 52 per cento degli italiani non usa Internet: questo dato è più che sufficiente per scatenare un tremito nella spina dorsale di qualunque geek, perché significa che più di metà degli italiani, 26,6 milioni di persone , snobba o comunque non accede alla rete.

Ad affermarlo sono i numeri tracciati da ACNielsen in un rapporto dal titolo emblematico: Liquidi e mutanti. Industrie dei contenuti & consumatori digitali , uno studio commissionato dall’ Osservatorio permanente sui contenuti digitali , organismo a cui fanno riferimento l’editoria e l’industria della musica e del cinema italiane.

Se nella minoranza dei connessi vi fosse però un approccio creativo alla rete il quadro della diffusione di Internet sembrerebbe meno deprimente: il problema è che invece Internet viene usata tuttalpiù per comunicare con amici e parenti, per divertimento o intrattenimento digitale. L’utilizzo di strumenti tipici del Web 2.0, la partecipazione attiva in comunità digitali, la creazione di spazi personali e contenuti di valore riguardano una piccola minoranza, pari al 14 per cento degli italiani (7,4 milioni di persone), definiti eclettici nella ricerca.

La maggiorparte di quel 31 per cento di italiani che ACNielsen considera l’ avanguardia tecnologica , il 17 per cento (8,9 milioni di persone), utilizza le nuove tecnologie “in modo passivo”. Sono i cosiddetti technofan , che manifestano dunque un cultural divide , un gap tra approcci diversi alle tecnologie, un divario che secondo gli esperti dell’Osservatorio anziché ridursi, nel tempo può aumentare .

La ricerca di ACNielsen, condotta su un campione statistico di 8500 italiani over14, dimostra che maggiore è la propensione alla fruizione di contenuti culturali, maggiore è la propensione all’uso di tecnologie innovative . Coloro che sfruttano le dinamiche del Web 2.0, insomma, sono anche i consumatori di libri, film e musica, utenti che spendono e che sono attirati dalle nuove potenzialità culturali del new media .

Manco a dirlo, chi rimane indietro è lo heavy user televisivo , definito Tv people : quando l’attenzione e il tempo vengono catturati in gran parte dall’ arma segreta del dottor Goebbels ( cit. ) il consumo tecnologico tende a ridursi. E questo avviene tanto nel nord del paese quando al sud, e più nei piccoli centri che nelle grandi città, ed avviene per il 31 per cento della popolazione.

In tutto questo, il rapporto intravede un’ombra che si staglia all’orizzonte: i genitori tecnologicamente più avanzati non riescono a trasmettere ai figli i propri interessi culturali , la passione per la cultura rimane un fatto che dipende in gran misura da altri fattori. Questo viene ritenuto il segnale più preoccupante dagli esperti, in quanto il rischio è che persino i giovani di famiglie culturalmente attive finiscano per fare della tecnologia un uso passivo .

Questo si evidenzia, spiegano gli autori del rapporto, verificando come i figli degli eclettici stiano migrando nel gruppo di technofan , passando quindi tra coloro che sono emancipati in fatto di tecnologia, ma poco dotati di strumenti culturali che permettano loro di controllarla e gestirla. In particolare, un terzo dei figli dei “Tv people” non esce dalla condizione dei genitori, un quarto di loro diventa “technofan” e solo un quinto si spinge nella “élite” degli “eclettici”. I figli di questi ultimi, invece, rimangono “eclettici” solo nel 40 per cento dei casi.

In questo quadro, alleggerisce sapere che tra gli under24 un ruolo maggioritario nell’uso di forum e blog arriva dalle ragazze, un dato che si inverte sopra i 25 anni. L’utilizzo delle piattaforme di file sharing è invece ascritto per la gran parte agli utenti di sesso maschile, in tutte le fasce di età considerate dai ricercatori. Quel che è interessante è che il P2P “per la musica” viene utilizzato secondo ACNielsen dal 15 per cento della popolazione italiana: ciò significa che quasi otto milioni di italiani fanno uso del P2P per ottenere la musica di proprio interesse.

Lo studio prende anche in considerazione gli strumenti tecnologici più utilizzati dagli utenti Internet, considerando l’uso almeno una volta alla settimana: si va dal PC con DVD (39 per cento degli utenti) al cellulare con MP3/video/fotocamera (33 per cento), seguito dal lettore DVD (26). Lettore MP3/i-Pod e TV LCD/al plasma seguono con il 15 per cento. Sistemi di messaggistica istantanea (Messenger, Skype) e forum/blog sono i servizi Internet più frequentemente utilizzati: lo usano almeno una volta la settimana rispettivamente il 27% e il 22% degli utilizzatori di internet.

A fronte di tutto questo l’andamento del consumo di contenuti è facilmente comprensibile: il grosso di libri, CD e DVD viene acquistato fuori dalla rete, perché solo il 10 per cento degli heavy user di Internet, che si connettono tutti i giorni o quasi (vale a dire il 3 per cento della popolazione italiana nel suo complesso), ricorre alla rete per acquistare questo genere di beni.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 6 giu 2007
Link copiato negli appunti