27 milioni di italiani in Rete

27 milioni di italiani in Rete

Lo sostiene l'Osservatorio governativo secondo cui il 56 per cento delle famiglie dispone di un personal computer con connessione ad Internet. Lontani dai numeri del nord-Europa, crescono quelli italiani. Ecco come
Lo sostiene l'Osservatorio governativo secondo cui il 56 per cento delle famiglie dispone di un personal computer con connessione ad Internet. Lontani dai numeri del nord-Europa, crescono quelli italiani. Ecco come


Roma – Un personal computer in tutte le case degli italiani? La via sembra segnata, visto che il 56 per cento delle famiglie dispone di un PC tra le mura domestiche. Più in generale quasi metà della popolazione, il 47 per cento, ha accesso ad internet.

Questi sono alcuni dei numeri più significativi emersi dalla rilevazione sull’Italia in rete dell’ Osservatorio permanente della Società dell’informazione voluto dal dipartimento all’Innovazione (sintesi e rapporto sono entrambi disponibili sul sito Federcomin ).

Le imprese
La ricerca, sviluppata con Federcomin, IDC e Nielsen Media Research, evidenzia i dati fino a giugno 2004, quelli secondo cui delle 100mila imprese ICT italiane circa 23.000 si trovano in difficoltà. Inoltre il 4,4 per cento dell’occupazione totale italiana è in ICT, un dato inferiore alla media europea.
Va detto però che quasi tutte le imprese medio-grandi hanno un accesso ad internet e sono molte quelle che hanno puntato su sistemi avanzati che consentono connessioni dirette e più facili tra dipendenti, fornitori, clienti e pubblica amministrazione. Meno dinamiche le piccole imprese, che ricorrono ad internet solo nel 43 per cento dei casi. Inoltre, più sono grandi e più sviluppato è l’uso della banda larga.

Le famiglie
Sebbene la diffusione del PC nelle famiglie sia in linea con quella di altri paesi dell’Europa centrale, rimane ben al di sotto dei dati nord europei. Basti pensare che in Svezia il 72 per cento delle famiglie dispone di un PC. Inoltre, di tutti i PC domestici, l’81 per cento è connesso ad internet. Ma la velocità di diffusione dell’accesso nelle famiglie va aumentando e la Svezia è seconda in Europa solo alla Germania. Il 33 per cento delle famiglie italiane, inoltre, usano connessioni broad band.

Sicurezza in rete
Il 64 per cento di coloro che usano internet da casa dispongono di misure di sicurezza per la protezione del computer (firewall, antivirus, ecc.) e il 48 per cento ne dispone da più di un anno.
Diversa la situazione nelle imprese, dove quasi tutte le società sopra i 50 dipendenti hanno protocolli e sistemi di sicurezza. Accade diversamente tra le piccole aziende, che solo nel 22 per cento dei casi dispongono di apparati di sicurezza.

La scuola
Secondo uno studio del Ministero dell’Istruzione, per un totale di 5,8 milioni di studenti distribuiti nei tre livelli delle scuole dell’obbligo, sono disponibili oltre 500 mila computer: uno ogni 10,9 studenti. Circa 456 mila di questi computer sono anche connessi. Nelle scuole italiane secondo i dati governativi, dunque, c’è un computer collegato alla rete ogni 12,8 studenti.

e-Government
Circa un terzo (33,6 per cento) delle imprese italiane utilizza regolarmente Internet per contattare la pubblica amministrazione. Questa soglia accomuna in particolare le imprese con meno di 50 addetti; il contatto con la PA risulta in crescita nella classe di aziende che hanno un numero di addetti compreso tra 50 e 250 (47 per cento), mentre nelle imprese di dimensioni maggiori la comunicazione con gli enti pubblici appare molto diffusa (85 per cento).

Inoltre, i siti della PA sono stati consultati nel secondo trimestre del 2004 da oltre 10 milioni di cittadini: il 17 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2003. Gli italiani ricorrono all’e-Government soprattutto per ricercare informazioni (così dichiara il 77,3 per cento degli utilizzatori di questi siti); solo il 38,3 per cento per scaricare moduli, e si dichiarano soddisfatti dell’offerta attuale (così si esprime il 62.6 per cento degli utilizzatori di questi siti).


e-business tra imprese
La spesa in rete nel 2003 secondo l’Osservatorio ha raggiunto il valore notevolissimo di 43.000 milioni di euro, con un aumento del 43 per cento rispetto al 2002. Le previsioni 2004 sono di ulteriore crescita, nell’ordine del 70 per cento rispetto al 2003. Si stima sia pari al 3,2 per cento il peso dell’e-commerce sul fatturato delle imprese in Italia.

e-commerce dei cittadini
L’utilizzo di internet da parte dei cittadini a finalità di e-Commerce è ancora a uno stadio semi-iniziale: solo il 6,8 per cento del navigatori attivi utilizza il web con questa finalità. Una delle barriere maggiori alla diffusione dell’e-commerce riguarda sicurezza e privacy: la scarsa fiducia verso i pagamenti on-line e la scarsa propensione a lasciare i propri dati sensibili.

Sanità in rete
Denominato “e-Health”, l’uso di internet per la Sanità non convince: solo il 4,4 per cento degli ospedali consente di prenotare on line una visita. Ma nelle strutture sanitarie il 65 per cento dei medici generici ha accesso a Internet.

Di seguito le dichiarazioni del ministro all’Innovazione Lucio Stanca e, subito sotto, del presidente di Federcomin Alberto Tripi.

Stanca
“L’analisi della domanda di tecnologie da parte del mondo imprenditoriale è utile per capire il grado di penetrazione di queste e il relativo grado di sensibilità tecnologica presente in azienda (propensione agli investimenti, cultura web): vedere le tecnologie non più come costo ma come leva per la crescita, per colmare il divario digitale che differenzia ancora le piccole-medie imprese dalle grandi e per utilizzarle come supporto alla sempre più necessaria internazionalizzazione. Parallelamente, il grado di preparazione tecnologica dei cittadini e la consapevolezza nell’uso delle ICT sono utili per prevedere gli sviluppi della domanda di servizi tecnologici richiesti dalle famiglie”.

Tripi
“ll quadro che emerge nell’Osservatorio Permanente Federcomin-Dit, contiene luci e ombre. È l’immagine contrastata e “transitoria” di un settore – quello dell’ICT – dove i segnali di ottimismo che provengono dallo sviluppo delle telecomunicazioni mobili e dalla diffusione dei servizi di base nelle famiglie e nelle PA si contrappongono alla modestia degli investimenti IT nelle imprese (soprattutto nelle PMI) e all’insufficiente utilizzo di tecnologie a scopi educativi e commerciali. Ma dall’insieme dei dati, correttamente raccolti e aggregati dall’Osservatorio Permanente, è possibile prendere le mosse per costruire una strategia d’impresa e una politica di intervento, che consentano di ridare slancio e contenuto al riscatto competitivo del Sistema-Italia”.

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Pubblicato il
15 nov 2004
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