3DS, e se facesse bene alla vista?

3DS, e se facesse bene alla vista?

Gli optometristi USA non vedono male l'illusione ottica generata dalla nuova console Nintendo: le immagini 3D potrebbero anzi aiutare gli occhi pigri
Gli optometristi USA non vedono male l'illusione ottica generata dalla nuova console Nintendo: le immagini 3D potrebbero anzi aiutare gli occhi pigri

All’inizio dell’anno, una ricerca interna condotta dalla stessa Nintendo riferiva che la visione prolungata di immagini 3D stereoscopiche potesse affaticare gli occhi di grandi e piccini. Nel caso dei bambini inferiori ai sei anni, si era addirittura parlato di non corretto sviluppo della vista, ma alla fine il CEO Nintendo ci aveva messo una pezza , invitando tutti ad usare semplicemente un po’ di giudizio durante l’utilizzo del 3DS .

Gli optometristi statunitensi, intrigati da una console portatile che può ricreare l’illusione ottica del 3D senza ricorrere ai classici occhialini, hanno approfondito la questione poco prima che il 3DS sbarchi nel loro paese e alcuni di loro stanno letteralmente capovolgendo le avvertenze inserite nel manuale utente Nintendo. Secondo il dottor Michael Duenas, ad esempio, il 3DS consentirà piuttosto di individuare un “occhio pigro” fin dalla tenera età.

“I bambini che soffrono di vertigini o nausea durante la visione tridimensionale hanno sicuramente bisogno di un controllo, ma chi non vede per niente l’effetto 3D sul 3DS, potrebbe soffrire di precisi disturbi alla vista”. Come l’ ambliopia , o problemi più superficiali che andando avanti “potranno causare difficoltà anche con la semplice lettura”, ha dichiarato Duenas.

Anche per Joe Ellis, il presidente dell’associazione optometristi statunitensi, la palestra del 3DS rappresenta “una splendida opportunità per individuare i bimbi sotto i 6 anni che hanno bisogno di cure”. Secondo il dottor David Hunter, oftalmologo pediatrico del Children’s Hospital di Boston, l’idea che una console per videogame possa contribuire alla prevenzione è invece traballante: il bambino affetto da ambliopia non percepisce la profondità neppure nella vita reale e difficilmente segnalerà ai propri genitori un’anomalia riscontrata con la terza dimensione videoludica.

Roberto Pulito

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Pubblicato il
21 mar 2011
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