Roma – Si chiama Reverse Billing il nuovo incubo degli utenti di telefonia mobile italiani sul quale, fortunatamente, pare interessato a lavorare il Garante della Privacy Stefano Rodotà dopo gli allarmi che si sono diffusi in queste settimane.
Tra pochi giorni, il primo marzo, diventa infatti operativo anche in Italia, come già in Gran Bretagna, un sistema pensato per la fornitura di servizi “a valore aggiunto” via SMS, noto perché facile veicolo di attività truffaldine a basso rischio.
Nel dettaglio, il Reverse Billing non è altro che la possibilità per un’azienda di allestire servizi di trasmissione “push” di notizie, contenuti, giochi e altro ancora attraverso gli SMS. L’utente riceve dall’azienda fornitrice un SMS al quale viene invitato a rispondere ed è tutto quello che deve fare per “abbonarsi” a servizi che possono costare dai pochi centesimi di euro per ogni messaggio fino, in casi particolari, con il “premium rate SMS”, anche a dieci euro per ogni SMS.
Al di fuori delle aziende che lavorano onestamente e in trasparenza, il problema è però tutto in questa modalità di attivazione. Perché per ritrovarsi iscritti è sufficiente rispondere ad un certo numero sul quale sia attivato un servizio del genere. Se si risponde senza pensarci troppo a SMS fatti apposta per suscitare una reazione, si rischia di ritrovarsi iscritti e, prima di rendersene conto, di veder salire le proprie bollette.
L’esperienza in Gran Bretagna, come si evince anche da una Usenet colma di messaggi sull’argomento, è stata durissima. Sono infatti moltissime le vittime di società senza scrupoli capaci di iscrivere migliaia di utenti e pescare dai loro portafogli con servizi fittizi.
E il problema per gli utenti di telefonia mobile non è soltanto quello di doversi rivolgere al proprio operatore per cercare di “uscire” da un servizio SMS truffaldino, ma anche di dover osservare con attenzione gli SMS in arrivo, con molta più attenzione che in passato, e verificare il mittente prima di rispondere.
Come se non bastasse, basandosi sull’esperienza britannica sono in molti a ritenere che vi saranno numerosi soggetti che invieranno spam via SMS a migliaia di utenti tentando di farli iscrivere ai propri sistemi. Chi cadrà nel tranello pagherà salato per ricevere di continuo SMS che non ha mai chiesto.
In attesa di capire come andrà, Stefano Rodotà, Garante per la privacy, ha annunciato che il suo ufficio investigherà i casi di servizi attivati senza che vi sia stata una esplicita richiesta da parte dell’utente. Rodotà ha spiegato che l’indagine coprirà non solo servizi di telefonia mobile ma anche di telefonia fissa. La speranza degli utenti, naturalmente, è che venga impedito che un rischio si trasformi effettivamente in una spesa o che l’uso degli SMS, diffusissimo in Italia, debba cambiare…