A VoloMedia il brevetto dei podcast

A VoloMedia il brevetto dei podcast

Una società californiana dice di essere l'autrice originaria del celebre formato di somministrazione a episodi. Non tutti sono d'accordo. Mentre il dibattito si sposta su cosa succederà adesso a chi coi podcast ci fa business
Una società californiana dice di essere l'autrice originaria del celebre formato di somministrazione a episodi. Non tutti sono d'accordo. Mentre il dibattito si sposta su cosa succederà adesso a chi coi podcast ci fa business

In una vicenda che è facile ascrivere alla poco nobile arte del patent trolling , la società specializzata in advertising-per-download VoloMedia sostiene di essere stata la prima a pensare al podcasting come strumento per la somministrazione di contenuti in formato episodico. La domanda per il brevetto su un simile sistema è stata depositata nel 2003, e ora l’USPTO statunitense ha deciso di concedere la registrazione a VoloMedia incurante degli esempi di “prior art” già esistenti e delle possibili ricadute sull’intera industria dei contenuti .

VoloMedia dice di aver dato un contributo pionieristico alla nascita dei podcast multimediali nella loro forma moderna, ma c’è qualcuno che non ne è affatto convinto: “Certamente non solo un legale né un esperto nelle leggi sui brevetti – scrive Dave Winer sul suo blog – ma sembra che il lavoro fatto da me e da Adam Curry nella creazione del formato e del protocollo per il podcasting, nel 2001, può aver ispirato la loro invenzione . Certamente risulta precedente a essa”.

Winer, imprenditore, sviluppatore software, scrittore e ricercatore attivo nell’area del publishing remoto dei contenuti, degli RSS, dei sistemi CMS e appunto del podcasting, contesta la decisione dell’USPTO e in prima istanza le pretese di VoloMedia sulla “patentabilità” del formato, sollevando questioni di “prior art” (esempi di utilizzi preesistenti all’applicazione per la concessione del brevetto) che suggerirebbero l’invalidazione seduta stante della nuova, discussa IP .

La questione più importante è ovviamente come ora intenderà comportarsi VoloMedia, che forte del suo brevetto potrebbe decidere di comportarsi da “troll” e cominciare a denunciare mezza industria adducendo motivazioni di licenze non concesse e perdite di introiti a milioni. “L’intento di VoloMedia è di continuare a lavorare in maniera collaborativa con i principali protagonisti dell’industria – scrive la società sul blog corporate – sfruttando il suo range di prodotti per far crescere ed accelerare ulteriormente il mercato”.

VoloMedia parla di collaborazione e si aspetta che “i nuovi partecipanti dell’arena del podcasting attivino una partnership” con la società così come già fanno altre aziende del settore. Non c’è, o non ci sarebbe l’intenzione di adire alle vie legali contro gli individui che fanno uso del podcasting , mentre con le aziende la questione si fa più complicata e incerta . Apple, che con i podcasting ci riempie iTunes, sarebbe già in trattativa con VoloMedia per raggiungere un accordo sullo sfruttamento della tecnologia testé brevettata.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
31 lug 2009
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