ACTA, provider in salvo?

ACTA, provider in salvo?

Un nuovo documento trafugato online. I fornitori di connettività non saranno responsabili dei propri utenti. Ma potrebbero venire obbligati dai governi a fornire i relativi dati identificativi
Un nuovo documento trafugato online. I fornitori di connettività non saranno responsabili dei propri utenti. Ma potrebbero venire obbligati dai governi a fornire i relativi dati identificativi

Si tratta dell’ennesima fuga online, di un nuovo documento che continua a gettare più ombre che luci sugli ultimi sviluppi del famigerato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA). L’ennesimo leak – questa volta rifugiatosi tra gli spazi online del sito di Knowledge Ecology International – ad illustrare i principali risultati del recente round di negoziazioni tenutosi a Washington D.C.

Come peraltro già accaduto con le precedenti bozze trafugate online, a vecchie questioni si sono aggiunte novità significative, in vista del trattato che dovrebbe estendere la tutela della proprietà intellettuale a livello globale. E sulla redazione definitiva del testo di ACTA continuano a risultare divisi i due blocchi europeo e statunitense.

Il nuovo documento ha infatti sottolineato come il Vecchio e il Nuovo Continente continuino a pensarla in maniera differente. L’Europa vorrebbe un’estensione maggiore di ACTA, a regolamentare tutte le forme possibili di proprietà intellettuale . Gli Stati Uniti vorrebbero limitarlo ai soli ambiti del copyright e del trademark .

È al contempo vero che il governo di Washington sembra ormai impuntato su un’estensione a livello globale dei termini dell’altrettanto famigerato Digital Millennium Copyright Act (DMCA). Ma c’è una novità positiva , almeno per i vari Internet Service Provider (ISP). Nel documento pubblicato da KEI si può apprendere come le varie nazioni sarebbero orientate verso l’eliminazione della responsabilità a carico dei fornitori di connettività .

In altre parole, gli ISP non sarebbero responsabili legalmente delle attività dei propri utenti, rimanendo di fatto degli intermediari. È altrettanto vero che le varie nazioni vorrebbero obbligare i provider a consegnare i dati identificativi dei propri utenti, quando esistano prove sufficienti a stabilire un’effettiva violazione del copyright.

Infine, i vari paesi coinvolti in ACTA sarebbero assolutamente favorevoli ad un generale inasprimento delle leggi volte ad impedire l’aggiramento delle tecnologie anti-copia. I lucchetti digitali dovrebbero così bloccare con maggiore decisione i vari contenuti. Le discussioni segrete su ACTA continueranno col prossimo round di negoziazioni. Al prossimo leak .

Mauro Vecchio

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 7 set 2010
Link copiato negli appunti