ADSL, i 4 megabit truccati

ADSL, i 4 megabit truccati

Dalla Tv su ADSL ai problemi della banda minima garantita con le nuove offerte. Ecco cosa bolle nel calderone di Telecom Italia e le prospettive per gli utenti italiani
Dalla Tv su ADSL ai problemi della banda minima garantita con le nuove offerte. Ecco cosa bolle nel calderone di Telecom Italia e le prospettive per gli utenti italiani


Roma – Come saranno le nuove luccicanti ADSL a 4 Mbps che Telecom renderà disponibili ai provider dal 31 marzo? Saranno con tutta probabilità una presa in giro, se Telecom non rivedrà i propri piani : ha infatti annunciato che intende offrirle solo con 20 Kbps di MCR. “Una banda garantita che è del tutto inadeguata”, ha spiegato a Punto Informatico Paolo Nuti , presidente dell’associazione dei provider AIIP .

Un VP abitato da ADSL a 4 Mbps, con 20 Kbps di banda garantita, rischia di essere un posto non molto felice. I rischi sono dello stesso tipo, ma ingigantiti, rispetto a quelli che potranno correre gli utenti delle neo ADSL Megabit economiche. La banda di picco a 4 Mbps sarà forse illusoria, quindi, a queste condizioni; se la futura Alice a 4 Mbps andrà invece bene, i conti ai provider non torneranno. “Sarebbe quindi ora che anche Telecom cominciasse a mettere nero su bianco quale MCR offre ai propri clienti”, dice Nuti. Com’è noto, per legge l’offerta al dettaglio di Telecom non deve avere elementi incongrui rispetto a quella all’ingrosso; non sarebbe felice scoprire che la futura possibile Alice 4 Mbps offra un MCR di 120 Kbps, per esempio.

C’è già chi pensa a soluzioni alternative per fronteggiare il problema: “Attraverso una rivoluzione del nostro listino ADSL e della struttura dei VP, saremo in grado di offrire ADSL di qualità a 4 Mbps anche con il limite 20 Kbps di MCR imposto da Telecom”, dice Luca Spada , amministratore delegato di NGI. Le novità potrebbero essere annunciate da NGI già dalle prossime settimane. “Speriamo però che Telecom conceda MCR migliori, perché con 20 Kbps su una 4 Mbps ci mette in difficoltà…”.

Ma perché Telecom ha annunciato di voler dare un MCR così misero per le ADSL a 4 Mbps, mentre è possibile assegnare anche 1 Mbps di MCR su quelle a 2 Mbps? Un errore di distrazione che sarà corretto quando l’offerta diventerà definitiva? O forse un progetto preciso, con cui Telecom vuole cambiare il volto della Internet italiana? “La novità dei 4 Mbps era già nell’aria da tempo, poiché è evidente che Telecom mira a fare quello che Fastweb fa dall’inizio: vendere servizi multimediali completi, fatturati a parte rispetto al costo della connessione”, dice Spada.

Telecom sta sperimentando da qualche mese la Tv su ADSL, su famiglie campione; “Anche noi l’abbiamo fatto e nel 2005 lanceremo l’offerta”, dice Antonio Converti , direttore marketing di Libero. Ma per fare la Tv su ADSL c’è bisogno di tanta banda e costante del tempo; obiettivo impossibile da ottenere se si hanno 20 Kbps di MCR. Non bastano nemmeno per fare un buon VoIP, per il quale sono infatti consigliate ADSL con almeno 32-40 Kbps di MCR, a prescindere dalla velocità di picco.

Da queste premesse si delinea il possibile piano di Telecom: da una parte, offrire a buon mercato gli accessi a Internet, con un’alta banda di picco che però, a causa di un MCR mutilato, permetterebbero di fare navigazione e poco più. Dall’altra, vendere a parte agli utenti i servizi multimediali, accessibili però da VC separati, dotati di elevata banda garantita. “C’è già l’offerta all’ingrosso che permetterebbe ai provider di acquistare questi VC separati: si chiama VBR, Variable Bit Rate, ma è molto costosa. Il traffico viene pagato a consumo dal provider, in base ai MB trasferiti dall’utente”, spiega Spada. L’utente, allora, per navigare e scaricare qualche MP3 userebbe la normale connessione flat ADSL; poi dovrebbe impostare il router per connettersi a un altro VC, dedicato, per vedere la Tv su ADSL, fare videoconferenze o videotelefonate. Pagando i servizi a parte (a consumo o con abbonamento).

È un progetto che da una parte si scontrerà con l’ostilità dei provider, i quali non sono molto propensi ad acquistare la costosa offerta VBR per abilitare i propri utenti alla Tv via ADSL e preferirebbero piuttosto migliori MCR e banda più economica; dall’altra, ci saranno difficoltà tecniche: l’utente medio non può configurare al volo il router per viaggiare su un nuovo VC. Forse servirà un router autoconfigurabile, che Telecom si dovrà impegnare a diffondere.

“C’è un’alternativa: per fornire la Tv su ADSL, Telecom potrebbe sfruttare le cache che sta installando presso i Dslam in centrale”, dice Spada. “In quel caso, non verrebbe sfruttata la banda del VP per offrire il servizio. Finora le nostre richieste di un’offerta all’ingrosso per accedere a quelle cache sono cadute nel vuoto”. Il futuro dell’ADSL italiana sembra oppresso da incognite, in uno scenario in cui la banda potrebbe avere un valore differente a seconda del fine per il quale viene usata: navigazione, film, videotelefonate. Finora è valsa una regola differente: il provider vende l’accesso all’utente che poi ci fa quel che vuole. Verrà forse il giorno in cui si arriverà a rimpiangere questa libertà, quando si andrà in Internet con connessioni fino a 24 Mbps, pagate magari una ventina di euro al mese, ma incapaci persino di fare un buon VoIP… per il quale e per altro bisognerà pagare a parte.

Alessandro Longo

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Pubblicato il
12 gen 2005
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