ADSL, ISP all'attacco di Telecom

ADSL, ISP all'attacco di Telecom

Dopo AIIP anche Assoprovider si lancia sull'ultima mossa dell'operatore dominante che crea maretta in un settore delicatissimo e incandescente. L'Associazione parla di gioco al massacro
Dopo AIIP anche Assoprovider si lancia sull'ultima mossa dell'operatore dominante che crea maretta in un settore delicatissimo e incandescente. L'Associazione parla di gioco al massacro


Roma – No, proprio non piace ai provider la più recente posizione assunta da Telecom Italia sull’ADSL . Se tre giorni fa l’associazione AIIP parlava di comportamenti abusivi “in spregio della regolamentazione antitrust”, oggi l’altra associazione dei provider Assoprovider rilancia chiedendo l’immediato intervento dell’ Autorità garante delle TLC .

Assoprovider sottolinea in una nota che il cambio di rotta deciso da Telecom, che in sostanza lega l’esistenza di un contratto voce alla linea ADSl, è stato comunicato senza adeguato preavviso (il 7 dicembre la comunicazione, il 1 gennaio 2005 l’applicazione). Si tratta – spiega l’Associazione – di un “walled garden”, una cinta muraria “sintomo di una strategia anticompetitiva portata avanti da Telecom Italia negli ultimi anni: nel 2000 con Business Full Company, poi Consip ed oggi questa”.

L’associazione parla esplicitamente di un “gioco al massacro” di Telecom Italia “contro tutti gli altri operatori TLC autorizzati”. “Basti pensare – spiega Assoprovider – che nel 1999 gli ISP erano circa 5mila mentre ora se ne contano meno di 300, due terzi dei quali da noi oggi rappresentati”.

“Telecom Italia – insiste Assoprovider – continua a calpestare le regole dell?economie liberali occidentali, mostrando disprezzo anche per le decisioni dell?Autorità Antitrust che, di recente ha stigmatizzato la condotta anticompetitiva dell’operatore incumbent, condannando quest’ultimo alla multa più rilevante mai applicata in Italia: 152 milioni di euro”.

Non solo. Assoprovider ricorda come, nel caso specifico, dal 2002 agli incontri presso l’Autorità TLC “ci viene detto da Telecom” che è possibile attivare un doppino telefonico per il collegamento ADSL anche senza linea voce. “Qualche mese fa – continua la nota dei provider – i delegati di Telecom Italia prima rifiutano un accordo sulla procedura di disattivazione/nuova attivazione dei collegamenti ADSL per ridurre il disservizio all?utente (ovvero il periodo di assenza di servizio ADSL durante il passaggio dell?utente da un operatore ad un altro) poi, ci fanno partecipi del lancio del loro nuovo servizio Alice Mia (minimizzando e definendo lo stesso un servizio sperimentale, emergente)”.

E poi, attaccano i provider, perché il servizio previsto dall’offerta di interconnessione, l’ormai celebre shared access , in Italia stenta a svilupparsi mentre in paesi come la Francia ha portato a velocità medie superiori e tariffe decisamente inferiori? “A questo punto – spiega l’associazione – ci domandiamo a cosa servano i tavoli di lavoro istituiti presso l?AGCom e quale sia la reale possibilità, o volontà, da parte dell?AGCom di risolvere i problemi che le vengono sottoposti”.

“Assoprovider – continua la nota – non comprende perché l?operatore monopolista privato debba per forza godere del canone del servizio di fonia (le cui infrastrutture sono già state pagate dagli utenti con gli investimenti statali della ex SIP) se oggi è già possibile avere un servizio alternativo: il Voice over IP (il servizio fonia attraverso il protocollo IP di Internet) che, in spregio a quello che sta accadendo in tutto il mondo, viene comunque monopolizzato dalla stessa Telecom Italia”.

“Il Governo – insistono i provider – ci sollecita per il codice di autoregolamentazione su Internet e Minori ma non salvaguarda le PMI italiane dedite da anni all?innovazione, dichiara di voler ridurre il digitaldivide investendo 150 milioni di Euro con la Sua società Infratel ma, non si accorge che Telecom Italia da gennaio monopolizzerà l?accesso al doppino in rame”.

La domanda chiave di Assoprovider, però, è tanto semplice quanto disarmante: “Perché i nostri associati non possono investire, sperimentare, innovare nei nuovi servizi di ICT senza far pagare agli utenti un dazio all?operatore dominante chiamato Telecom Italia e, soprattutto, quale futuro avranno le PMI che noi oggi rappresentiamo se ogni nuovo servizio lanciato da Telecom Italia comporta, in violazione della normativa comunitaria e nazionale, l’illecita attribuzione di prerogative e di poteri che nessuno sembra riuscire a sorvegliare?”

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Pubblicato il
13 dic 2004
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