ADSL, la banda non è garantita

ADSL, la banda non è garantita

Con le "vecchie" CDN si può contare su una banda minima garantita mentre con l'ADSL di garantito non c'è alcunché per la poca trasparenza dei provider. Da qui i timori di molti. Ecco perché
Con le "vecchie" CDN si può contare su una banda minima garantita mentre con l'ADSL di garantito non c'è alcunché per la poca trasparenza dei provider. Da qui i timori di molti. Ecco perché


Web (internet) – La velocità con cui ci si connette ad Internet sembra non essere mai sufficiente per le proprie esigenze. In principio 14,4 Kbps sembravano un’immensità: sfidando la nota legge di Shannon siamo poi arrivati, nel migliore dei casi, all’attuale velocità di 56 Kbps per le linee analogiche e 64 Kbps (o 128 Kbps sfruttando due canali) per le linee ISDN, ma tutto questo sembra ancora non bastare ai cibernaviganti più esigenti.

ADSL rappresenta una innovazione significativa perché consente di raggiungere sulla carta una banda prima impensabile, potenzialmente fino a 8 megabit. Valori che si riducono nelle offerte commerciali ma che rimangono sorprendenti, perché superano di ben dieci volte gli attuali standard. Un’altra novità arriva dal fronte dei prezzi. “L’ADSL costa poco”. Anche se per l’utente medio potrebbe essere altino, per molti un canone mensile di 150.000 lire è sicuramente un vero invito a passare a questa tecnologia.

Tale prezzo è irrisorio se confrontato al canone annuo per l’affitto di una linea digitale CDN. Basti pensare che per una 64 Kbps occorrono circa 16 milioni e si raggiungono i 96 milioni annui per una linea da 256 Kbps. Eppure l’ADSL non rimpiazzerà, almeno per ora, le linee CDN. Le due tecnologie continueranno a coesistere ancora per molto tempo. Il motivo? Cercatelo nel CIR. Per i non addetti ai lavori il CIR è la percentuale di banda minima garantita all’utente. Il CIR delle linee CDN è pari al 100% o al massimo può scendere al 50% (cioè è garantita la metà della larghezza di banda affittata) mentre per l’ADSL il CIR è pari allo 0%.

Avete capito bene: non viene garantito nemmeno un Kilobyte di banda e la velocità di connessione potrebbe essere di 640 Kbps ma potrebbe anche scendere a pochi Kbps. Proprio per questo motivo se occorre una connessione veloce e allo stesso tempo anche affidabile la soluzione potrebbe rimanere quella della linea CDN e non ADSL. Immaginate un ISP con una linea da 128 Kbps e un CIR effettivo del 20% che debba fare web-housing a una quindicina di aziende: il tutto collasserebbe in poco tempo.

Antonio Sicurezza, responsabile Marketing Communication di Unidata con cui Stand By ha parlato ieri, ci ha confermato un problema di trasparenza in molte delle offerte ADSL: “il punto è che non tutti i fornitori offrono la dovuta trasparenza sui servizi di connettività a banda larga. Questo perché la banda offerta viene condivisa tra più utenti e molti, semplicemente, omettono di dire quanti. Unidata, per esempio, nella sua offerta ADSL , specifica che le linee possono essere condivise nel peggiore dei casi fino ad un massimo di 100 utenti. Ma è una specificazione che altri provider ancora evitano di fare”.

D’altro canto bisogna ricordare che le infrastrutture di rete in Italia sono scarsine rispetto ai cugini d’oltre oceano e le backbone da 5 Gbps nostrane non possono soddisfare, immediatamente, le richieste esose degli utenti ADSL, altrimenti si ripeterebbe in Italia lo stesso fenomeno avuto con l’ISDN in cui l’accesso veloce veniva limitato dalla scarsa velocità dei collegamenti degli ISP.

Infine mentre in Italia l’ADSL rappresenta il futuro (o almeno si spera) in Australia è già stata “sostituita” dalla 3DSL, una variante in grado di raggiungere velocità fino a 8 Mbps. E questo non fa che ricordare che quando qui da noi Telecom Italia lanciava il progetto Socrate con le fibre ottiche, in America l’ADSL era già al centro delle sperimentazioni delle Baby Bells. Speriam bene, dunque, di aver appreso qualcosa da Socrate prima della sua morte.

Giuseppe Augiero
Paolo De Andreis

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Pubblicato il 14 gen 2000
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