ADSL: si apre il fronte sicurezza

ADSL: si apre il fronte sicurezza

Se ne parla ancora poco, soprattutto da noi dove i servizi ADSL stentano a decollare. Ma con la nuova tecnologia di connessione permanente arrivano nuovi problemi di sicurezza
Se ne parla ancora poco, soprattutto da noi dove i servizi ADSL stentano a decollare. Ma con la nuova tecnologia di connessione permanente arrivano nuovi problemi di sicurezza


Web (internet) – Computer connessi permanentemente alla rete? Banda larga per scaricare file di grandi dimensioni o usufruire di servizi innovativi, di streaming audio e video? Che l’ADSL non sia destinato a portare una rivoluzione nei costumi così radicale come certi fornitori e certi media hanno voluto finora far pensare ormai lo sanno in molti. Tra l’ADSL e la banda larga, infatti, si frappongono una serie di ostacoli tecnici; primo tra tutti in Italia una infrastruttura di rete ancora non adeguata alle necessità degli utenti e soprattutto delle nuove tipologie di servizio.

Ma non si riducono a questo i problemi dell’ADSL. Un servizio del genere, che stenta a partire qui da noi, propone infatti ad una utenza potenzialmente molto elevata questioni di sicurezza tutt’altro che secondarie.

Il primo e più importante elemento è la connessione permanente del computer ai server del provider fornitore di servizi ADSL. Una connessione così permette di accedere alla rete in qualsiasi momento ad un canone fisso mensile senza doversi più curare delle fasce orarie, delle tariffe telefoniche e via dicendo. E solo questo è un dato di grande rilievo per moltissimi in un paese costretto al gioco delle Tut e delle Tat. Ugualmente, però, una connessione così mette il computer collegato, per così dire, “in vetrina” sulla rete. E ‘ cioè potenzialmente più facile per un eventuale hacker arrivare sul computer di qualcuno se questo gode di una connessione permanente.

La cosa si decuplica, come ben sanno coloro che già operano sulla rete ma non l’utente finale, se l’IP è fisso, se cioè l’indirizzo internet del computer è sempre lo stesso. Sebbene non in tutti i casi con l’ADSL all’italiana questo si verificherà, laddove questo accada le necessità di protezione preventiva saranno ancora maggiori.

Stupisce, quindi, che i provider che forniscono ADSL, e che in queste settimane iniziano a proporre le nuove tecnologie a larga banda tra una decisione dell’Autorità delle comunicazioni e un’incertezza di Telecom Italia, non abbiano inserito nelle proprie offerte gli strumenti per proteggere il computer collegato. Firewall o anche soltanto software di crittazione e altri strumenti di difesa, infatti, vengono proposti nella quasi totalità dei casi soltanto come “optional”, come “feature” da acquistare a parte. Come se il problema sicurezza fosse secondario.

Accanto alle protezioni strutturali, i fornitori dovrebbero proporsi anche come “consulenti” per gli utenti meno esperti che si collegheranno alla rete con ADSL. Perché la banda larga, se effettivamente realizzata, è non solo una via allo sfruttamento di nuovi servizi multimediali ma anche un invito a scaricare di tutto e di più dalla rete. Aumenteranno, quindi, i rischi legati alla diffusione dei virus informatici. Rischi limitati, certo, ma che associati a quelli della connessione permanente dovrebbero, quantomeno per una questione di correttezza, rientrare nelle informative che i provider ADSL forniranno ai propri utenti all’atto della sottoscrizione dei contratti.

La speranza, dunque, è che ADSL tra un rinvio e l’altro parta davvero e che gli uccelli del malaugurio, quelli che si dicono certi di una banda larga ma larga solo a metà, si sbaglino. Ma l’altra speranza è che le offerte dei fornitori che si stanno gettando in numero sempre maggiore sul nuovo business possano maturare ed includere anche l’hardware e il software necessario a proteggere i computer connessi.

Gilberto Mondi

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Pubblicato il
21 gen 2000
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