Agli italiani il CD pirata piace

Agli italiani il CD pirata piace

Ad affermarlo sono le cifre del 2002, che vedono una forte crescita del mercato illegale di CD e dell'abitudine a scaricare musica e altro da internet e via dicendo. A Napoli si produce più che altrove, a Roma invece... si vende
Ad affermarlo sono le cifre del 2002, che vedono una forte crescita del mercato illegale di CD e dell'abitudine a scaricare musica e altro da internet e via dicendo. A Napoli si produce più che altrove, a Roma invece... si vende


Roma – Più di 1.500 arresti nel corso del 2002 sono emblematici di un anno nel quale le forze dell’ordine hanno alzato la mira sulla criminalità nel settore della pirateria audiovisiva e sul software. Questi i numeri probabilmente più importanti che emergono dallo studio 2002 della Federazione italiana dell’industria musicale (Fimi).

Secondo Fimi, l’anno scorso ha visto una crescita notevole delle operazioni antipirateria condotte sul territorio, con un aumento del 74 per cento nel sequestro di CD illegalmente copiati, circa 2.150.000 copie. Anche i masterizzatori individuati dalla polizia sono saliti del 7 per cento rispetto all’anno precedente, a quota 784.

I dati rilevati dalla Federazione affermano che è Napoli la città italiana dove più diffusi sono gli impianti di riproduzione illegale sebbene sia Roma la capitale dello smercio dei CD contraffatti, spesso effettuato dagli ambulanti, figure tipiche delle strade romane ormai da anni.

Secondo Fimi, si noterebbe a livello nazionale in molti comuni un certo “lassismo” nel contrasto al mercato nero dei CD contraffatti, come testimonierebbe il ricorso ridottissimo alla sanzione di 150 euro prevista per chi acquista un CD illegalmente riprodotto.

Altri dati diffusi da Forrester Research indicano invece che un numero sempre crescente di europei e di italiani ricorre ad internet per scaricare musica attraverso i sistemi peer-to-peer, che non consentono ai produttori di incassare royalty sui prodotti diritti d’autore. Il 13 per cento di tutti gli europei scarica musica in internet e il 38 per cento di questi scarica più di 7 brani musicali al mese.

Secondo Forrester, almeno la metà di coloro che fanno uso di questi strumenti di condivisione compra meno musica di prima ed anzi masterizza e dunque auto-produce propri supporti musicali con il materiale scaricato. Forrester, secondo cui chi utilizza il p2p nella maggior parte dei casi è un giovane sotto i 24 anni, associa appunto lo scaricamento di brani musicali in modo illegale all’uso del masterizzatore, affermando che il 63 per cento di chi scarica poi masterizza.

Solo il 2 per cento di chi scarica musica continua, secondo Forrester, a comprare musica in quantità.

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Pubblicato il 27 gen 2003
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