AIVA, aeroplano robot senza cavi

AIVA, aeroplano robot senza cavi

Alcuni ricercatori portoghesi hanno creato un velivolo che utilizza una nuova tecnologia chiamata fly-by-wireless: sistema di navigazione, motori e sensori di bordo sono interconnessi via Bluetooth
Alcuni ricercatori portoghesi hanno creato un velivolo che utilizza una nuova tecnologia chiamata fly-by-wireless: sistema di navigazione, motori e sensori di bordo sono interconnessi via Bluetooth

Minho (Portogallo) – Il suo nome in codice è AIVA ed è un aeroplano robot ultraleggero sviluppato da un team di ricercatori dell’ Università di Minho . AIVA è il primo aeromobile costruito senza giunti meccanici o cavi d’alcun tipo: tutti i collegamenti tra i sistemi di navigazione, i motori ed i sensori di bordo avvengono unicamente via Bluetooh.

Cristina Santos, la progettista di AIVA, spiega al New Scientist che si tratta di un nuovo modo per assemblare aeroplani . Gli esperti lo chiamano fly-by-wireless .

A differenza degli aeroplani tradizionali, infatti, il prototipo di AIVA non contiene nessun groviglio di fili o cavi che collegano i vari componenti e ne permettono il funzionamento. L’assenza di questa ingombrante zavorra all’interno della fusoliera di AIVA lo rende più facile da modificare.

Componenti aggiuntivi o ricambi possono essere semplicemente agganciati o sganciati dall’aereo, senza bisogno d’ulteriori connessioni o strumenti specifici. “Anche i consumi elettrici risultano ridotti”, puntualizza Santos. Malgrado i molti punti di forza di questo modello, ancora in fase di sperimentazione, l’uso indispensabile di ricetrasmettitori a radiofrequenze rende particolarmente delicata l’apparecchiatura di bordo di AIVA.

Qualsiasi tipo di trasmissione a radiofrequenza è infatti estremamente sensibile alle interferenze elettromagnetiche : almeno per il momento, l’uso civile o militare della tecnologia fly-by-wireless sembra ancora molto distante e troppo rischioso.

Santos, ingegnere aerospaziale, è comunque convinta che “gli aeromobili senza cavi sono estremamente più leggeri e flessibili” e che rappresentino il futuro della meccanica: entro poco tempo, dichiara la ricercatrice, anche le macchine utilizzeranno dispositivi a radiofrequenza “per controllare l’impianto frenante oppure il volante”.

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Pubblicato il 19 mag 2006
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