Al Sudafrica sarà negato il dominio nazionale

Al Sudafrica sarà negato il dominio nazionale

Questo è quanto temono gli attuali gestori dei domini .za e l'opposizione politica. Il motivo è un progetto di legge in aperto contrasto con le direttive dell'ICANN
Questo è quanto temono gli attuali gestori dei domini .za e l'opposizione politica. Il motivo è un progetto di legge in aperto contrasto con le direttive dell'ICANN


Roma – Se diverrà legge, l’Electronic Communication and Transactions Bill cambierà il volto della rete in Sudafrica e potrebbe rivelarsi fonte di ispirazione per altri paesi. Si tratta infatti di una normativa che avoca alle autorità sudafricane qualsiasi competenza sulle estensioni di dominio che identificano il paese, le “.za”. Tutto questo in diretto contrasto con le procedure dell’ICANN, a sua volta in una fase difficilissima, e con il parere di chi ha amministrato i .za fino a questo momento.

Nella legge poi sono contenute anche altre norme che lasciano perplessi gli osservatori e stanno agitando i sostenitori delle libertà digitali. Si determina infatti uno “status legale” per tutti i contratti, i commerci ma anche le comunicazioni che avvengono su internet. Con la conseguenza di affermare dei diritti, certo, ma anche dei doveri per operazioni che fino ad oggi si sono mosse con il mercato e non con l’imposizione dall’alto da parte delle autorità.

Nkenke Kekana, che presiede la Commissione parlamentare che ha licenziato la proposta di legge, sostiene che la gestione della rete non si può lasciare nelle mani di singoli individui. “Cambiare è imperativo – ha dichiarato – abbiamo bisogno di un modello stabile, rappresentativo e democratico per la gestione dei domini e il naming nella nostra regione”.

Con questa legge, dunque, si tende a portare nelle mani dello Stato la gestione di qualcosa, il dominio nazionale, finora nelle mani di quegli organismi privati che negli anni hanno dimostrato di poterli gestire in accordo con i gestori dell’infrastruttura internazionale dei domini internet, in primis l’ICANN appunto. E non è un caso che l’opposizione politica abbia accusato la maggioranza di voler, appunto, nazionalizzare la gestione dei domini.

Secondo i parlamentari dell’opposizione, gli operatori internet, nazionali e non, hanno già fatto capire che una legge di questo tipo potrebbe portare alla revoca degli accordi di gestione internazionali, con conseguenze gravissime sulla possibilità di utilizzo dei domini.za. “Questa legge – spiegano gli oppositori – non considera il pericolo di perdere le più importanti connessioni internet in Sudafrica…”

È ancora presto per dire come finirà, naturalmente, e non è davvero chiaro come l’ ICANN potrebbe reagire a quanto sta avvenendo, avendo concesso un mandato ad organismi sudafricani per la gestione dei domini.za. Mandato che, evidentemente, può anche essere revocato.

Contro la legge è anche Mike Lawrie, che ha fino ad oggi gestito i domini.za e che ha recentemente spiegato di volersi liberare di quest’onere ma di volerlo fare soltanto alle condizioni decise dall’ICANN. A suo parere, una legge che rendesse illegale persino il suo lavoro è in aperto conflitto con le regole dell’ICANN. “Se per la legge sudafricana diventasse illegale fare questo lavoro secondo – ha spiegato Lawrie – e se non sarò autorizzato dall’ICANN a cedere l’amministrazione dei domini, allora i domini.za dovranno essere chiusi fino a quando il problema non sarà risolto”.

Tutto questo avviene, peraltro, in un momento estremamente difficile per l’ICANN, a caccia di una nuova identità dopo le annunciate dimissioni per il 2003 del presidente Stuart Lynn e le enormi difficoltà a trovare un assetto istituzionale credibile e accettato da tutti.

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Pubblicato il
10 giu 2002
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