San Jose (USA) – Da quando il Washington Post , lo scorso sabato, ha divulgato la notizia secondo cui Red Hat sarebbe nelle mire del colosso mediatico AOL Time Warner, molti si stanno interrogando sulle conseguenze che un tale evento potrebbe avere.
Nonostante che le indiscrezioni riportate dal noto quotidiano non siano state confermate da nessuna delle parti interessate, è pur vero che al momento non c’è stata alcuna smentita ufficiale.
Quel che sembra certo è che Alan Cox – massimo esponente, dopo Linus Torvalds, della comunità Linux – sarebbe pronto a lasciare il suo incarico in Red Hat nel caso questa venisse fagocitata da AOL.
“Non ho nessuna idea riguardo a queste voci (e anche se l’avessi non ve lo verrei a raccontare!) – scrive Cox sulla mailing-list Linux Kernel – ma mi ritengo offeso dal fatto che tutti pensino che continuerei a lavorare per Red Hat se AOL Time Warner l’acquisisse”.
Stando a quanto riportato ieri da C/Net, pare che il posto del buon Alan non corra però seri rischi. La nota e-zine, citando – come già aveva fatto il Washington Post – “fonti che hanno familiarità con la situazione”, sostiene infatti che le due aziende non avrebbero mai discusso un accordo di acquisizione.
Queste nuove fonti non smentiscono però l’interessamento di AOL verso Linux, una piattaforma che potrebbe costituire un nuovo sbocco per i propri servizi (attualmente disponibili su Windows e Macintosh). Le più fresche indiscrezioni indicherebbero dunque che il gigante non guarderebbe a Red Hat come ad una possibile “preda”, ma piuttosto ad un partner: AOL potrebbe infatti essere interessata a prendere in licenza la distribuzione Red Hat Linux, attualmente la più diffusa sul mercato, per integrarvi il software necessario a connettere gli utenti ai suoi Web service e contenuti on-line.
Alcuni analisti sostengono tuttavia che una tale eventualità potrebbe rivelarsi di ben scarsa utilità per AOL, un colosso il cui business è prevalentemente focalizzato nell’offerta di servizi e contenuti destinati al mercato consumer: un settore, questo, dove Linux riveste un ruolo estremamente marginale.
Altri esperti hanno però considerato la possibilità che AOL sia interessata a Linux non tanto come possibile rivale di Windows sui computer desktop, ma piuttosto come piattaforma base per lo sviluppo di dispositivi portatili e altre info appliance che possano espandere l’attuale dominio di AOL. Fra questi dispositivi qualcuno cita set-top box, Web TV, console da gioco, palmari, chioschi multimediali e altri device che potrebbero convogliare nuovi utenti verso i servizi specializzati di AOL.
Questa eventualità verrebbe confermata anche da altre voci: AOL starebbe infatti sviluppando da tempo una versione per Linux del proprio software client in grado di girare su dispositivi hand held wireless.
Fino ad oggi queste rimangono però soltanto un guazzabuglio di voci e congetture. Ora tutti attendono, anzi pretendono, di conoscere una verità che potrebbe portare con sé ripercussioni importanti per il mercato Linux.
Update (23/1/2002, ore 9,45) : martedì sera è arrivata la prima smentita ufficiale di AOL in merito alle voci sull’acquisizione di Red Hat. Rimangono ora aperte le altre possibilità, fra cui una partnership fra le due aziende.