Allchin (Microsoft): Linux minaccia gli USA

Allchin (Microsoft): Linux minaccia gli USA

Poche ma clamorose le parole pronunciate da un pezzo grosso di Microsoft, secondo cui l'open source va analizzato perché è una minaccia, Linux non fa parte dell'American Way e Microsoft può fare cose che Linux e l'open source si sognano
Poche ma clamorose le parole pronunciate da un pezzo grosso di Microsoft, secondo cui l'open source va analizzato perché è una minaccia, Linux non fa parte dell'American Way e Microsoft può fare cose che Linux e l'open source si sognano

Redmond (USA) – Sta diventando un vizio, per i manager Microsoft, quello di esporsi a troppo facili critiche per dichiarazioni che a molti appaiono avventate su Linux e, in generale, sulla comunità open source. Questa volta è toccato a Jim Allchin, a capo della divisione sistemi operativi di Microsoft.

Allchin , del “Platforms Product Group”, ha affermato: “Sono un americano, credo nell’American Way. Mi preoccupo se il governo incoraggia l’open source, e ritengo che non siamo riusciti a spiegare questa situazione ai politici in modo tale che capiscano la minaccia”.

L’open source, sembra suggerire Allchin, non è dunque tanto un problema per Microsoft, che si basa su un modello di business “proprietario” nella produzione del software, ma è un problema per gli Stati Uniti, per la sua cultura e il suo business.

Non contento di aver pronunciato parole destinate a suscitare un monte di polemiche, Allchin ha anche dichiarato: “Noi possiamo realizzare un prodotto migliore di Linux. Il punto è che c’è sempre qualcosa di affascinante nel pensare che si possa ottenere qualcosa gratuitamente”.

Secca la replica di Brian Behlendrof, fondatore di CollabNet, che ha affermato: “Credo che Microsoft stia tentando di dipingere la comunità open source come una comunità fascista; come se dicesse che tutto il software deve essere gratuito o non vi può essere software”. Va detto che aspre critiche a Linux e al modello di business di cui è permeato il mondo dell’open source erano giunte recentemente da un altro manager Microsoft, Doug Miller, secondo cui Linux non rende e le imprese che lo supportano sono destinate a fallire. Non solo, secondo Miller “Microsoft è preoccupata dal fatto che le persone siano attratte dall’idea di non pagare il software”.

Ed è questa, secondo qualcuno, la motivazione dietro alla nuova esternazione dei capi di Microsoft, l’ultima di una lunga serie nella quale si sono avuti anche gli interventi tra loro contrastanti di Bill Gates e Steve Ballmer .

Le battute di Ballmer, che avvicinava alcuni aspetti del comunismo a Linux, sono rimbalzate tanto a lungo per la Rete che ancora oggi sono molte le ezine del mondo open source a riprenderle e considerarle “esempio” di quanto poco Microsoft sappia di Linux. Secondo altri, invece, Microsoft di Linux sa molto, al punto da temerlo. Difficile sapere la verità, di certo c’è che a Redmond si pensa a Linux, eccome.

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Pubblicato il 19 feb 2001
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