Alle imprese italiane piace il broadband

Alle imprese italiane piace il broadband

Ad affermarlo è lo studio condotto da uno degli operatori più interessati a questo mercato. Oltre ai siti sempre più diffuse anche le reti interne
Ad affermarlo è lo studio condotto da uno degli operatori più interessati a questo mercato. Oltre ai siti sempre più diffuse anche le reti interne


Milano – Alle imprese italiane medie e grandi piace la banda larga ed è quella una soluzione di connettività che ricercano con sempre maggiore interesse. Questo uno dei dati contenuti nel rapporto che l’operatore COLT ha commissionato all’osservatorio IDC.

Su un campione di 200 imprese tra quelle che spendono in IT più di 8mila euro l’anno, i dati indicano che l’84 per cento è in internet con un proprio sito, il 68% dispone già di un network interno e il 25% di un network esterno.

I dati nel dettaglio secondo gli esperti indicano un approccio dinamico alle nuove tecnologie in cui le imprese passano dal concetto di internet come vetrina a internet come strumento per applicativi capaci di aumentare la produttività aziendale.

Un elemento che contraddistingue senza variazioni sostanziali tutti i settori di attività. Più avanti risultano comunque i servizi finanziari (banche e assicurazioni) e i media che si confermano al 98 per cento e 100 per cento rispettivamente i più veloci nell’adozione di siti, intranet e extranet.

Ancora indietro secondo gli esperti appaiono invece le aziende industriali e il mondo della Sanità locale: tuttavia si tratta di segmenti che stanno recuperando il gap che li separava solo un anno fa dal mondo dei servizi privati; l’industria anche grazie ai progetti di eProcurement e di eSelling, la Sanità anche per l’interesse che si sta consolidando attorno ai nuovi progetti di eGovernment.

Secondo IDC in questo scenario cresce la domanda per i servizi avanzati, perlopiù in outsourcing. L’outsourcing viene giustificato sia con esigenze di allocazione ottimale delle risorse IT interne all’azienda, sia con l’attenzione agli elementi di qualità del servizio: sicurezza, SLA (Service Level Agreement) e continuità della gestione.

In questo senso la banda larga è al centro sia per l’accesso a internet che per la realizzazione di reti aziendali (per mezzo di Intranet, CDN, servizi specializzati – Frame Relay e ATM), motivati sia con il crescere degli utenti interni all’azienda che hanno accesso a Internet/Intranet, sia con il crescere del numero e della strategicità delle applicazioni che su queste reti sono veicolate.

In particolare, per quanto l’utilizzo di servizi di accesso dedicato a valore aggiunto cresca con le dimensioni aziendali (e viceversa diminuisca l’uso di servizi commutati via RTG e ISDN), non emergono particolari barriere all’utilizzo di servizi a larga banda, che sono già utilizzati da oltre il 40 per cento delle aziende comprese nella fascia fino a 99 addetti, che tendono a rivolgersi in misura equivalente sia ai servizi di accesso in fibra ottica che in rame (DSL).


Nonostante la penetrazione dei servizi a larga banda presso le aziende di maggiori dimensioni sia molto più elevata (82 per cento), anche in questo caso la distribuzione tra fibra e DSL è sostanzialmente equilibrata; sono le società finanziarie e i media i maggiori utilizzatori di banda larga.

Un altro dato di rilievo è quello relativo alla scelta dei gestori di telecomunicazione. l’utilizzo crescente di servizi di rete forniti da operatori alternativi a Telecom Itlaia, sia per l’accesso a Internet – il 70 per cento – sia per la telefonia vocale – il 60 per cento delle aziende intervistate.

Con riferimento a questa seconda tipologia di servizi gli esperti notano che nella maggior parte dei casi nei quali si fa ricorso a servizi non-Telecom si opta per servizi sia in ambito urbano che su direttrici “pregiate” (lunga distanza, internazionale, fisso-mobile). Significativo è anche il peso delle aziende – il 33 per cento -, che dichiarano di utilizzare (e di prevedere di utilizzare) servizi di accesso in “unbundling” o che sono interessate a questa possibilità. La spinta principale viene dai risparmi sul traffico e sull’attesa di maggiore qualità dei collegamenti (velocità e affidabilità) e l’interesse/adozione tende a crescere con le dimensioni aziendali.

Secondo Achille De Tommasso, amministratore delegato di COLT, “da questa ricerca emerge un quadro nel quale il contesto economico difficile (soprattutto a livello mondiale) della fine del 2001 non sembra avere azzerato il percorso evolutivo delle aziende italiane verso l’introduzione di innovazioni in azienda per quanto riguarda le piattaforme Web based e i servizi a valore aggiunto che ne sono spesso il corollario. All’interno di un atteggiamento di prudenza negli investimenti ICT si nota comunque un maggiore ricorso a soluzioni innovative e una crescente maturità e consapevolezza della domanda, in grado di scegliere fornitori e servizi sulla base di elementi legati alla qualità, flessibilità, affidabilità e sicurezza non solo al puro risparmio dei costi. Il futuro delle telecomunicazioni sarà quindi la banda larga e il wireless, che avanzeranno di pari passo”.

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Pubblicato il
24 mag 2002
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