Roma – Aveva affermato l’impronunciabile, cioè che le tariffe telefoniche a tempo o a scatti hanno i giorni contati perché il mercato presto imporrà telefonate senza limiti di tempo, telefonate da pagare con un canone mensile e non più con bollette basate sulle misurazioni tradizionali. Ieri il ministro del Tesoro Giuliano Amato, avvolto da critiche e sarcasmi per le sue dichiarazioni, si è detto stupito di questa reazione.
Secondo Amato “regnano ancora certe pruderie di derivazione monopolistica. Quando mi è capitato di dire che era il caso di smetterla di far pagare le telefonate in misura crescente in relazione ai minuti di conversazione, cosa che considero un modo per rasare il portafoglio della clientela senza alcun fondamento economico, affermando che tra breve si farà pagare solo il corrispettivo di un contratto, tutto il perbenismo telefonico mi è venuto addosso come se avessi celebrato le virtù dell’Anticristo e poco ci è mancato che venisse invocata la Santa Inquisizione. Salvo poi sentirmi dire da certi gestori di compagnie telefoniche che avevo ragione”.