Americani uniti dalla Rete

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Un altro autorevole rapporto mette in luce come la diffusione di Internet non isola gli individui e non crea contrasti nelle famiglie. Anche se gli effetti della Rete sullo stile di vita non possono essere ancora valutati
Un altro autorevole rapporto mette in luce come la diffusione di Internet non isola gli individui e non crea contrasti nelle famiglie. Anche se gli effetti della Rete sullo stile di vita non possono essere ancora valutati

Los Angeles (USA) – Che Internet isoli gli individui, secondo molti non è un mito. A maggio lo aveva sostenuto in un documento ufficiale addirittura la Chiesa Cattolica di Roma ma da qualche tempo studi condotti negli Stati Uniti sembrano dimostrare tutto il contrario: usare la Rete rafforza i rapporti sociali ed Internet è benvenuto nelle famiglie.

L’ultima conferma in merito arriva dal rapporto “Surveying the Digital Future” realizzato dai ricercatori della UCLA, l’università californiana di Los Angeles. Uno studio condotto su un campione di più di 2mila soggetti. Tra i risultati di maggiore rilievo il fatto che il 75 per cento di chi vive con un utente Internet non percepisce la Rete come un ostacolo all’interazione con l’utente stesso, indipendentemente dal fatto di usare a propria volta Internet. Anzi, la maggioranza di coloro che ha risposto ha sostenuto che l’uso della posta elettronica, della chat o del Web ha un impatto “moderatamente positivo” sulla propria famiglia e sull’interazione sociale, con amici e parenti.

In particolare, due terzi del campione di coloro che sono andati online nega che la Rete provochi “un isolamento sociale”.

Secondo Jeffrey Cole, docente della UCLA e capo progetto della ricerca, occorre prendere i risultati con la dovuta cautela. E questo perché Internet è entrata nelle case da circa cinque anni ed è ancora molto presto per valutare gli effetti che l’uso della Rete potrà avere sul lungo periodo in una famiglia e nella società nel suo complesso. Secondo Cole: “Internet cambia tutto ciò che ci circonda, dai nostri valori ai mezzi che utilizziamo per comunicare, al nostro comportamento di consumatori”.

Altri dati di interesse emersi dallo studio riguardano una enorme preoccupazione per la privacy. Due terzi di coloro che si collegano “sente” che la propria riservatezza è messa a rischio. “Abbiamo scoperto – ha spiegato Cole – che quasi nessuno si preoccupa di essere osservato dal Governo. Sono preoccupati per quello che possono fare le grandi corporation”.

In conclusione, Cole ha anche spiegato che questo lavoro di ricerca è appena iniziato e che spera di portarlo avanti per almeno i prossimi dieci o venti anni, per dare una forma al reale impatto della tecnologia e della Rete sulla vita degli individui e delle famiglie.

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Pubblicato il
26 ott 2000
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