Ananova o Lilli Gruber?

Ananova o Lilli Gruber?

Hello World, saluta così la nuova anchorwoman cyber che si definisce "virtual caster". Legge le news, ammicca e fa il verso alle anchorwomen reali, che supera grazie alle sue novità rigorosamente elettroniche
Hello World, saluta così la nuova anchorwoman cyber che si definisce "virtual caster". Legge le news, ammicca e fa il verso alle anchorwomen reali, che supera grazie alle sue novità rigorosamente elettroniche


Web – Finalmente l’abbiamo vista, sentita ed ammirata. Era lì, in una piccola finestra sul desktop che con una pronuncia un po ‘ buffa ci raccontava di “MasimoDalima resign” ed altri piccoli lanci d’agenzia internazionali.

Certo, fa il suo effetto l’iniziale “Hello World” che non può che farci immaginare che in quel momento quella donna, quelle parole, sono su migliaia di monitor sparsi per il mondo, su desktop di business man, di navigatori curiosi, di casalinghi che chattano, di brokers on line o semplici ragazzini che pensano che ora c’è una nuova Lara Croft on line con un po ‘ di testa.

Lilli Gruber qualche settimana a proposito del lancio di Ananova commentò freddamente che è necessaria la figura del giornalista e che nessuna immagine virtuale può sostituirla.

Sicuramente qualcosa del genere lo pensavano i compositori di musica all’inizio dell’era della riproduzione su scala della musica, o i fotografi, quando arrivarono sul mercato le prime macchine fotografiche digitali. Qualcosa di simile a quello che possono aver pensato i primi ad entrare in contatto con un telefono, con un computer, con qualcosa che offre un supporto tecnologico importante e allo stesso tempo può cambiare le abitudini delle persone comuni e/o la perdita di lavoro di chi ad esempio svolge una mansione che si vede minacciata dalla nuova tecnologia.

La Gruber trema e si gela, diventando più fredda e statica della fluida Ananova (a patto di avere una connessione veloce, per ora) ma la simpatia del sottoscritto non può che ricadere su quest’ultima. Sicuramente non la vedremo in piazza a manifestare, non chiederà aumenti di stipendio né un budget mensile per i vestiti ed il parrucchiere, non rilascerà interviste su qualsiasi argomento e tantomeno giudicherà qualche collega, virtuale o meno, per minimizzarne la persona.

Ananova è tra noi ma è solo, come tantissime cose presenti oggi sul Web, la punta dell’iceberg di un futuro della Rete che ci aspetta. Un esperimento pioneristico, una trovata simpatica e nulla più, forse un modo per far parlar di sé e quotare in Borsa la società che ha sviluppato la giornalista col ciuffo.

La vera legittimazione della CyberGruber arriva però dal contrasto che crea tra sé e il “giornalismo ufficiale”, quello del sindacato dei giornalisti web, quelli che vogliono il bollino blu sui siti Web. Di blu per ora vedo solo il ciuffo di Ananova… E se questo è qualcosa di nuovo, riesco persino a non sentirmi un ebete rispondendo al suo automatico “Hello World” con un timido: “Hello Ananova”.

Luca Schiavoni

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Pubblicato il
20 apr 2000
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