Londra – “Non c’è stata alcuna innovazione nei browser Web durante gli ultimi cinque anni”. È questa la critica, durissima, che il celebre co-fondatore di Netscape, Marc Andreessen, ha scagliato di recente contro il mondo dei browser Web, una categoria di software che, a suo dire, “da cinque anni a questa parte non ha mostrato cambiamenti”.
Probabilmente nessuno potrebbe muovere agli sviluppatori di browser un rimprovero più auterovole di quello di Andreessen, un geniaccio che, ancor prima di fondare una delle prime dotcom della storia, ideò l’interfaccia grafica utente del celebre Mosaic, il progenitore di tutti i navigatori per il World-Wide Web (WWW).
“La navigazione è imbarazzante. L’uso dei bookmark, dei pulsanti avanti e indietro… sono circa 18 quelle idee che avevamo avuto per il browser” (e che ancora sono lì, NdR), ha detto Andreessen in occasione di una sua visita a Londra, una città dove conta di aprire presto una filiale di Opsware , la società che ha co-fondato nel 1999 e che si occupa della gestione dei data-center di grosse aziende ed enti governativi.
È facile immaginare come Andreessen metta in cima alla lista degli imputati che hanno concorso a congelare l’innovazione nel settore dei browser proprio Microsoft, quel colosso che nella seconda metà degli anni ’90 vinse la storica “guerra dei browser” proprio con Netscape riuscendo a imporre sul mercato il suo Internet Explorer, oggi utilizzato da oltre il 90% degli utenti del Web.
Diversi sviluppatori ammettono che il modo di navigare sul Web non è cambiato molto in questi dieci anni, ma la colpa non è sempre di chi sviluppa i browser.
“Putroppo – ha dichiarato a Punto Informatico Marco Pesenti Gritti, ex maintainer del browser Galeon e attuale leader del progetto Epiphany – devo concordare con Andreessen. Qualcosa si muove ma troppo
lentamente. L’innovazione è bloccata dall’impossibilità di sbarazzarsi
dei detriti del passato (vedi configurazione della cache, selezione
degli encoding, ecc.), da specifice scritte senza preoccuparsi troppo
dell’utente, da tecnologie precedenti, come il file system, che sono
difficilmente “aggiornabili””.
In un’intervista rilasciata lo scorso marzo a PI, Gritti sostenne che “sono difficilmente prevedibili stravolgimenti fondamentali nelle caratteristiche base dell’interfaccia dei web browser (indirizzo, pagina, tasti di avanti e indietro…) o nelle modalità di creazione di pagine web. La sfida più importante sta nell’imparare a costruire pagine web veramente usabili con le tecnologie già disponibili”
Altri sviluppatori considerano le affermazioni di Andreessen troppo drastiche e approssimative.
“Il supporto alle mouse gestures, al tabbed browsing e ad ai CSS sono delle gran belle innovazioni”, ha scritto Ken Fisher su ArsTechnica.com. “Diamine, io penso che persino l’esistenza del progetto Mozilla sia una notevole innovazione. (…) Il progresso è stato fatto. Non sarà perfetto, ma è qui”.
Le dichiarazioni di Andreessen arrivano in coincidenza con il rilascio di due nuove versioni di Mozilla e Netscape e a poca distanza dal decimo anniversario della nascita di Mosaic, nato nel 1993. Questo browser, scaricato dai server dell’ NCSA oltre un milione di volte, diede un impulso straordinario alla Rete, tanto che negli anni seguenti il tasso di crescita annuo del traffico TCP/IP superò il 300%. Naturalmente il merito di questo non va solo ad Andreessen e al team di siluppo di Mosaic ma anche a Tim Berners-Lee, colui che nel 1992, alla guida di un’équipe del CERN di Ginevra, ideò il WWW.