Milano – “Lo sviluppo della banda larga in Italia – fibre ottiche e tecnologie wireless – sta colmando lo storico gap italiano nei confronti degli altri paesi in termini di sviluppo e di penetrazione di Internet”. Secondo Anfov , associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, “dopo il boom della telefonia cellulare, sono diverse decine gli operatori internazionali che guardano con attenzione al mercato italiano come paese driver dell’abbinata infrastrutture a larga banda e Internet veloce capace di consentire a dati, informazioni, immagini di viaggiare a grande velocità raggiungendo case e aziende”.
Nel recente “Broadband Café”, appuntamento riservato ai soci Anfov, è emerso che i servizi a banda larga già attivi in Italia vengono ampiamente sfruttati dagli utenti al di là della fornitura dei contenuti, laddove si sfruttano le linee veloci per la posta elettronica con allegati voluminosi, la navigazione veloce, i call center multimediali, le strutture di telelavoro, teleformazione e telesorveglianza. Non solo, secondo le rilevazioni Anfov gli utenti che già possono contare sulla banda larga non sono disponibili a “tornare indietro” sulle prestazioni inferiori offerte dalla connettività tradizionale.
Ma sulla strada della diffusione della banda larga in Italia ci sono due ostacoli. Il primo relativo al fatto che gli attuali progetti sono concentrati quasi unicamente su Milano; il secondo, come ha affermato Achille De Tommaso, vicepresidente di Anfov, risiede nel fatto che “l’unica vera liberalizzazione avvenuta in Italia è quella dei servizi voce, per quelli dati Telecom Italia detiene ancora il monopolio de facto”.
Una situazione che avrebbe indotto molti operatori stranieri ad attendere una chiarificazione prima di investire in Italia e che potrebbe protrarsi a lungo visto il rinvio dell’unbundling del local loop, ovvero della ultima fase della liberalizzazione, quella relativa all’ultimo miglio, e alle prospettive non proprio immediate del Wireless Local Loop .
Se non si accelera, dicono i soci Anfov, l’Italia rischia di perdere l’opportunità storica di riagguantare i paesi più evoluti e più avanti sulla via dei servizi a banda larga.