Antimateria, nei cieli di tutto il mondo

Antimateria, nei cieli di tutto il mondo

Una recente scoperta di NASA conferma la produzione di antimateria nell'atmosfera terrestre. Basta un potente temporale per dare origine al fenomeno: insolito, ma non raro
Una recente scoperta di NASA conferma la produzione di antimateria nell'atmosfera terrestre. Basta un potente temporale per dare origine al fenomeno: insolito, ma non raro

Un ricercatore della Duke University l’ha già definita come “la più entusiasmante scoperta nel campo delle scienze della terra da molto tempo a questa parte”: il Fermi Gamma-ray Space Telescope dell’agenzia spaziale NASA ha individuato un buon numero di istanze di produzione naturale di antimateria, un fenomeno ben noto nel cosmo ma che nel caso in oggetto si è verificato nell’atmosfera terrestre , in corrispondenza di potenti temporali verificatisi nei mesi recenti.

Il telescopio spaziale Fermi ha registrato la presenza di antimateria monitorando la produzione di quelli che vengono definiti “terrestrial gamma-ray flash” (TGF), vale a dire scoppi di raggi gamma prodotti da una fonte terrestre – in questo caso i temporali di cui sopra. Un particolare tipo di raggio gamma – dotato di un energia pari a 511mila elettronvolt – viene generato dal mutuo annichilimento di un elettrone e della sua controparte di antimateria, il positrone.

E di questi TGF da 511mila elettronvolt Fermi ne avrebbe scovati ben 130 in un anno, segno del fatto che il fenomeno è insolito ma niente affatto raro . Come funziona la produzione di antimateria “terrestre”? NASA ne spiega la genesi con una diapositiva chiara e con tanto di simulazione 3D generata al computer: la grande differenza di potenziale elettrico originata da potenti temporali dà vita al movimento di un flusso di elettroni a gran velocità e dal basso verso l’alto.

Alla collisione dei suddetti elettroni con le molecole presenti nell’atmosfera corrisponde l’emissione di raggi gamma, alcuni dei quali – viaggiando a velocità vicine a quella della luce – passano accanto ai nuclei atomici trasformandosi in un elettrone e un positrone.

Infine elettrone e positrone si annichiliscono l’uno contro l’altro, producendo raggi TGF che vengono “sparati” fuori dall’atmosfera lungo il campo magnetico del pianeta dove il telescopio Fermi è in grado di individuarli. Tempo stimato da NASA per la produzione “in casa” dell’antimateria terrestre: 2 millisecondi o giù di lì.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
14 gen 2011
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