Appello dei provider al Garante (e agli utenti)

Appello dei provider al Garante (e agli utenti)

Gli ISP italiani si rivolgono all'Authority per chiedere il rispetto di un regime di concorrenza. La situazione descritta da AIIP pone operatori e utenti sullo stesso piano di inferiorità rispetto all'incumbent
Gli ISP italiani si rivolgono all'Authority per chiedere il rispetto di un regime di concorrenza. La situazione descritta da AIIP pone operatori e utenti sullo stesso piano di inferiorità rispetto all'incumbent

Milano – AIIP , l’Associazione Italiana Internet Provider, ha rivolto appello all’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni , e per conoscenza all’ Antitrust , per chiedere l’attuazione di condizioni tecniche ed economiche che favoriscano un regime di vera concorrenza che consenta agli operatori di lavorare secondo criteri paritetici e agli utenti una maggiore libertà di scelta dei fornitori di connettività e servizi correlati.

Il timore è quello che Telecom Italia sia lasciata libera di operare sul mercato in posizione dominante. A questo proposito l’AIIP lancia un richiamo diretto all’Agcom e al suo ruolo istituzionale, ma che riguarda anche tutti gli utenti, che si devono sentire direttamente coinvolti , al pari degli operatori alternativi, in qualità di clienti dell’incumbent.

Come spiega il presidente di AIIP Stefano Quintarelli nel suo blog : “La materia prima, in Italia, è al 98% in mano a Telecom, che vende anche al dettaglio (fa il pane e vende la farina agli altri panettieri). Le regole dicono che il mercato della larga banda si regolamenta all’ingrosso, non al dettaglio. Ciò che viene deciso all’ingrosso determina ciò che accadrà al dettaglio. Prima i prezzi all’ingrosso della farina venivano stabiliti togliendo dai prezzi al pubblico di Telecom i costi evitabili dai concorrenti (spese di commercializzazione, assistenza tecnica, costi di fatturazione, ecc). Con le nuove regole, AGCOM calcola direttamente il costo della farina. Costi della farina alti implicano costi del pane alti. Varietà di farina limitate implicano varietà di pane limitate”.

L’appello fa seguito ad un’altra iniziativa analoga: quasi un anno fa l’AIIP aveva acquistato una pagina del quotidiano romano Il Messaggero , in cui aveva manifestato le proprie preoccupazioni per il provvedimento che Agcom prevedeva di varare per rivedere le proprie competenze in materia di mercato ADSL all’ingrosso. L’associazione dei provider aveva chiesto che Agcom autorizzasse preventivamente (con un anticipo di 60-90 giorni) le offerte broadband di Telecom Italia e di non rinunciare alle sue prerogative di controllo , consentendo all’incumbent – che già deteneva una posizione dominante – di fare “il bello e il cattivo tempo” sul mercato wholesale.

Il nuovo appello di AIIP esprime l’auspicio dell’instaurazione di un regime di libera concorrenza contrario all’attuale monopolio “de facto” e, rivolgendosi ai commissari Agcom, evidenzia alcuni fattori che caratterizzano l’attuale condizione del mercato della banda larga, ossia:

– la quota detenuta da Telecom Italia nella larga banda al dettaglio, la più alta tra i Paesi dell’Europa a 25 (con l’eccezione di Lussemburgo, Slovenia, Portogallo e Cipro, dati CoCom2006),

– i prezzi praticati in Italia, più alti degli altri paesi europei, che scoraggiano i consumatori e che, insieme alla copertura limitata contribuiscono a rendere l’Italia la “maglia nera” europea per diffusione del broadband;

– il provvedimento dell’Agcom sulla fornitura del servizio di connettività bitstream che rimane, per l’Italia, una grande opportunità ancora da sfruttare.

“AIIP – evidenzia l’associazione – ritiene che per una piena attuazione della lettera e dello spirito della delibera 34/06/CONS , il provvedimento di attuazione che sta per essere finalmente approvato, debba raccogliere le osservazioni degli operatori concorrenti di Telecom Italia. Si rischierebbe, altrimenti, una situazione di mercato ancora peggiore dell’attuale a danno degli operatori e degli utenti italiani di Internet”.

Quintarelli spiega quindi le richieste di AIIP, in sintesi:

– costi della materia prima da stabilire usando anche i costi già approvati da Agcom e non fatti tutti ex novo;

– costi della materia prima basati su una contabilità chiamata regolatoria che dovrà prendere in esame i prezzi di mercato (“l’ultima contabilità regolatoria certificata da società di revisione – precisa Quintarelli – mi risulta risalga al 2001 e quindi non è adatta per fare i conti sei anni dopo”);

– specifiche tecniche della fornitura stabilite a priori in dettaglio, e definizioni di penali in caso di non rispondenza con le specifiche prestabilite;

– sulle linee “solo dati” si stabilisca un canone che remuneri solo la manutenzione, non gli utili persi rispetto al canone di una linea tradizionale;

– inibizione delle pratiche commerciali che sfavoriscono l’innovazione (sconti sui servizi obsoleti e maggiorazioni sui servizi nuovi che usano la stessa materia prima);

– offerte troppo scontate da parte di Telecom Italia, non replicabili da altri operatori, devono essere bloccate fino a quando l’incumbent non formulerà offerte in grado di ristabilire la concorrenza;

– i prezzi delle offerte all’ingrosso di Telecom siano inferiori alla corrispondente offerta al dettaglio.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
30 ott 2006
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