AppStore, due pesi e due misure?

AppStore, due pesi e due misure?

Secondo uno sviluppatore, Apple avrebbe negato la pubblicazione di un'app per iPhone per via di una misteriosa violazione del contratto. Perché a Google sì e a lui no?
Secondo uno sviluppatore, Apple avrebbe negato la pubblicazione di un'app per iPhone per via di una misteriosa violazione del contratto. Perché a Google sì e a lui no?

È un vero e proprio giallo quello che si è consumato intorno all’app chiamata Peeps , realizzata dallo sviluppatore Landon Fuller: dopo oltre un mese di attesa, l’azienda di Cupertino ha comunicato la bocciatura dell’applicazione, dovuta all’utilizzo di una interfaccia API non documentata il cui impiego è ritenuto, invece, regolare dallo sviluppatore.

Dopo l’estenuante attesa, scandita dai post nel suo blog, Fuller ha ricevuto una comunicazione da parte di Apple in cui viene spiegato il motivo del diniego: “Peeps non può essere postata sull’App Store a causa dell’utilizzo di un’API privata. Così come specificato nella licenza dell’SDK per iPhone, alla sezione 3.3.1, l’utilizzo di API non pubbliche è proibito”. In particolare, secondo Apple, l’utente avrebbe utilizzato il set di API relativo al CoverFlow, il sistema che permette di sfogliare le copertine degli album presente anche su iTunes.

Di diverso avviso Fullen, secondo il quale nel suo operato non è riscontrabile alcuna irregolarità: “L’ultima cosa che vorrei è spedire un codice simile ad una bomba ad orologeria ad un utente che paga per il servizio” scrive Fuller. “Avendo bisogno di un’interfaccia simile a quella del CoverFlow ho deciso di scriverne una di persona, partendo da zero. Sono sorpreso che Apple abbia scambiato il mio lavoro con quello da loro realizzato”.

Pur non volendo credere alle parole di Fuller, secondo qualcuno Apple sta deliberatamente utilizzando due pesi e due misure: anche l’applicazione realizzata da BigG, ad oggi presente nello store virtuale, utilizza alcune API non documentate, così come dichiarato dall’azienda stessa. Nel mentre, in attesa di un chiarimento sulla vicenda, Fuller spera in un ripensamento da parte dell’azienda di Cupertino o, magari, nell’offerta di qualche altro acquirente.

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Pubblicato il
17 dic 2008
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