Milano – La sfida più importante per Intel è anche una scommessa: una scommessa sul futuro che non sarà più costituto essenzialmente da PC desktop e laptop, ma che sempre di più si sposterà su altri formati dove l’informatica si fa più presente e fondamentale. È il caso della Internet Of Things, che ha e avrà molte forme : il fenomeno globale, che dovrebbe valere miliardi di dollari almeno in potenza, richiede però prodotti diversi da quelli che si associano di solito al marchio di Santa Clara. E il chipmaker non vuole farsi trovare impreparato, sfoderando una nuova classe di processori Atom basati sulla architettura Apollo Lake.
La linea E3900 (e la variante A3900 per l’automotive) degli Atom si basa quindi sulla microarchitettura Apollo Lake a 14nm già vista nei processori di classe Goldmont, ma secondo le informazioni fornite da Intel è un design completamene originale. I mercati destinatari di questi nuovi processori sono quelli dell’automazione industriale, della già citata IoT in particolare per quanto attiene il video (le sempre più onnipresenti IP-camera, che hanno soppiantato l’analogico definitivamente), ma soprattutto l’automotive : le auto connesse, le auto del futuro, quelle a guida assistita (per l’autonoma completa serve decisamente più potenza: parliamo di Xeon probabilmente), quelle con a bordo sistemi di intrattenimento avanzato. Auto che gestiscono grosse moli di dati, con una potenza di calcolo in gioco sempre crescente.
Sono quindi state prese in considerazione le esigenze di un certo tipo di industria e le esigenze di nuove classi di prodotti: l’epoca dei processori single-purpose – quelli universali buoni per tutto – è tramontata, oggi è necessario sviluppare una vasta variazione di SKU (di modelli) con caratteristiche differenti. Per questo Intel porta avanti lo sviluppo dei processori Quark che equipaggiano l’IoT, degli Atom che vanno sui dispositivi intermedi e poi dei Core e degli Xeon che vanno su PC e sui server. Tornando al caso precedente, per le auto è indispensabile avere potenza grafica necessaria a gestire più schermi con grafica complessa : e questi nuovi Atom supportano tre schermi con risoluzione 4K proprio per soddisfare questi requisiti.
Tra gli altri miglioramenti apportati rispetto alla generazione precedente c’è l’ovvio e inevitabile miglioramento delle performance, a parità di consumi ovviamente, oltre all’introduzione in hardware di una VGA più potente grazie alla nona generazione della grafica integrata (fino a 18 unità di elaborazione, supporto a DirectX 12 e OpenGL 4.2). Questo è quanto è lecito attendersi da Intel in un salto generazionale, ma per soddisfare le richieste dei clienti pilota che Santa Clara ha consultato nel corso dello sviluppo sono stati apportati altri cambiamenti rispetto agli Atom precedenti.
In hardware ci sono integrati anche algoritmi di elaborazione delle immagini con una unità dedicata allo scopo che alleggerisce il carico della CPU, ma soprattutto c’è una feature specifica per la destinazione per cui il prodotto è pensato: si chiama TCC technology ( Time Coordinated Computing ), produce un segnale di sincronizzazione che viaggia sul bus PCI-x e che consente di coordinarsi con una accuratezza da 1 nanosecondo per orchestrare processi che devono svolgersi in contemporanea. In più la TCC opera come una sorta di interrupt: è in grado di svuotare la coda di esecuzione delle istruzioni in caso di predizione errata, e dunque permette di velocizzare il cambio di contesto in caso di necessità.
Il filo conduttore che unisce tutti questi prodotti è ovviamente il set di istruzioni x86 : avere compatibilità di fondo tra tutte le classi di processore equivale a dire che c’è a disposizione una base unica su cui costruire il software. Nella visione di Intel ciò garantisce flessibilità: la stessa base di codice può essere utilizzata per portare intelligenza ai bordi della IoT, per analizzare i dati direttamente sui sensori e i device distribuiti in giro per il mondo, oppure tutti i dati (o solo i metadati) possono fluire verso strati più interni dell’infrastruttura (la cosiddetta “nebbia”: non la nuvola vera e propria ma una via di mezzo tra i semplici PC isolati di una volta e la totale virtualizzazione in un datacenter), o ancora finire accentrati direttamente nella cloud. Su questa piattaforma hardware, inoltre, c’è la piena compatibilità con tutte le principali piattaforme software in circolazione: Linux, Android e Windows.
Tra le altre caratteristiche della linea E3900 degli Atom c’è un range di temperature operative accresciuto, da -40 a +85C, indispensabile per introdurre questi processori in ambienti industriali o come già detto a bordo delle auto. Le SKU presentate sono tre, con potenze crescenti: Atom x5-E3930 , 2 core CPU e 12 core per la grafica, TDP da 6,5W e frequenza da 1,8GHz; Atom x5-E3940 con 4 core CPU e 12 core grafica, TDP che sale a 9,5W e frequenza invariata; infine la punta di diamante dell’offerta commerciale, l’ x7-E3950 che abbina 4 core CPU a 18 EU per VGA, frequenza da 2GHz e TDP che sale fino a 12W. Impossibile parlare di prezzo, visto che si tratta di prodotti che vengono venduti tipicamente in stock a grossi assemblatori OEM: la fascia di appartenenza dovrebbe essere comunque compresa tra i 30 e i 50 dollari, ma saranno disponibili SKU personalizzate sulle esigenze di specifici clienti a partire dal primo trimestre del 2017.
Basterà questo a vincere la scommessa di cui abbiamo parlato? Intel ha cambiato il suo approccio: ci sono quasi 50 partner che hanno partecipato allo sviluppo di questo prodotto , che hanno contribuito al suo design definitivo e che adotteranno i nuovi Atom E3900 nei loro prodotti a partire dai prossimi mesi (ci saranno anche prodotti che saranno lanciati in queste ore). Tra essi figurano aziende che lavorano all’automazione industriale, aziende dell’automotive, chi si occupa di IP-camera, sensori, dispositivi di rete e così via: tutti hanno potuto fornire feedback durante le fasi di sviluppo del prodotto, a tutti verrà ancora richiesto un feedback su come andranno le cose in produzione. Nei prossimi mesi Intel potrebbe anche apportare delle leggere modifiche per perfezionare il design, così da consentire a questo processore (che avrà una lunga vita sul mercato, parliamo di anni contro i mesi di un prodotto desktop) di invecchiare bene e di essere adottato su larga scala.
Luca Annunziata