Roma – C’era attesa ieri per la presentazione dei dati del Libro Bianco sulle TLC della Fondazione Bordoni , dati che parlano di un incremento dell’utenza internet italiana del 108 per cento tra il 2001 e il 2005 e di un numero attuale di utenti attorno ai 9,45 milioni.
A trainare il numero di utenti è e sarà sempre più la concorrenza tra gli operatori nonché gli investimenti nelle nuove infrastrutture di comunicazione che tra il 2002 e il 2010 dovrebbero raggiungere quota 30 miliardi di euro. Negli anni dopo la privatizzazione di Telecom Italia gli esperti della Fondazione hanno calcolato un moltiplicarsi degli investimenti su rete fissa, in particolare sulla fibra ottica.
In questo senso, sostengono i dati della Fondazione, nel primo semestre 2001 sono stati posati 700mila chilometri di fibra ottica, che sono passati in sei mesi da 4,3 milioni a 5 milioni di chilometri, con un aumento delle MAN e delle dorsali. In questo senso il lavoro dei concorrenti di Telecom Italia viene considerato centrale per l’allargamento delle reti.
Il broadband, la banda larga, entro il 2005 toccherà secondo la Fondazione 7 milioni di utenti sebbene rimangano notevoli i problemi dell’accesso, in particolare quelli relativi all’uso del doppino, come l’ADSL: “All’utenza residenziale e alle piccole e medie imprese sono offerti solo i servizi a banda compatibile con il doppino telefonico, con banda garantita piuttosto stretta”. Il “vero broadband”, dunque, sarebbe offerto solo alle imprese e solo in alcune grandi città.
Sul fronte del wireless, la Fondazione sostiene che tra il 2003 e il 2006 gli operatori mobili interessati spenderanno 12 miliardi di euro in investimenti per l’UMTS, costi che comprendono anche le licenze oltre alle reti infrastrutturali e alla gestione della clientela.