Australia: cancellate gli anonimi

Australia: cancellate gli anonimi

L'amministrazione Howard vuole rendere obbligatorio per tutti esporre sul proprio sito web la propria identità, affinché non vi siano più webmaster e blogger senza nome
L'amministrazione Howard vuole rendere obbligatorio per tutti esporre sul proprio sito web la propria identità, affinché non vi siano più webmaster e blogger senza nome

Sidney (Australia) – Potrebbe persino convincere molti della sua equità, la decisione dell’amministrazione australiana di prendere di mira l’anonimato in rete e in particolare nel web, se non fosse il risultato di una bruciante campagna politica condotta da anonimi blogger che ha messo in difficoltà il Governo alla fine dello scorso anno.

Accade così che nel paese dei canguri, ormai abituato ad operazioni di controllo sull’universo mondo delle attività internet, ed anzi spesso traino per altri paesi in una direzione dal sapore censorio, sia stato annunciato che presto webmaster e blogger dovranno dichiarare sui relativi siti la propria identità se vorranno parlare di politica ed elezioni. Del progetto si sarebbe fatto carico direttamente il primo ministro del paese John Howard (nella foto).

Secondo il sottosegretario agli Interni Eric Abetz, questo obbligo estenderebbe al web le stesse regolamentazioni a cui sono sottoposti i media tradizionali , come la stampa o la televisione. E questo basterebbe dunque a giustificare una misura del genere.

Il premier australiano L’opposizione ha già fatto sapere di non avere intenzione di opporsi ad una estensione sul web delle misure previste per regolamentare in particolare la comunicazione politica ma ha avvertito che sono misure di difficile implementazione.

È infatti evidente che di vie per esprimere dissenso attorno alle politiche governative in rete ve ne sono moltissime e non certo solo il web. La tutela dell’anonimato ben si concilia con la tutela delle libertà civili e in campo politico, osserva qualcuno, può persino servire a smascherare scomode verità. Va detto peraltro che il caso da cui tutto questo è partito è quello di un sito dai contenuti assai pesanti, JohnHowardLies , sito tuttora anonimo il cui nome rappresenta già da solo un grosso affronto alla credibilità del premier australiano.

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Pubblicato il 17 mar 2005
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