Adelaide (Australia) – Persino nel paese dei canguri, dove la censura online è di casa, non è facile che una Commissione governativa si muova per chiudere le pagine di un sito Web. Eppure questo è accaduto nei confronti di un sito storico-revisionista che, secondo la Commissione per i diritti umani e le uguali opportunità, non solo si è spinto troppo oltre ma ha anche finito per offendere e insultare gratuitamente il popolo ebraico e la tragedia dell’Olocausto.
Secondo la Commissione, il sito ha violato gli articoli fondamentali della legge contro la discriminazione razziale pubblicando contenuti “che non hanno alcuna aderenza a standard scientifici, storici o intellettuali che possano giustificarli”. Va anche detto che in Australia non vi sono leggi specifiche a protezione della libertà di espressione, sempre che in questo caso si possa davvero ipotizzare un problema di questo genere.
A questo proposito va detto che il dottor Frederick Toben, che amministra il sito “censurato”, quello dell’ Adelaide Institute , ha un trascorso da revisionista di tutto “rispetto”. Denunciato più volte e già arrestato in Germania, Toben era giunto in Australia apparentemente per trovare nuovi spazi per proporre le proprie idee.
Toben, le cui tesi sono state giudicate raccapriccianti e sono al centro di numerose iniziative di denuncia delle comunità ebraiche, ora sostiene che questa è censura e che viene violata la libertà di parola: “Questa è una nuova forma di dittatura da parte della Commissione sui diritti umani, una forma di controllo del pensiero. Siamo al Grande Fratello in azione”.