Bahrein, siti sotto controllo

Bahrein, siti sotto controllo

Dura decisione da parte del ministro dell'informazione: registrazione obbligatoria per tutti i siti web. Immediate le reazioni di Reporters Sans Frontières: è censura
Dura decisione da parte del ministro dell'informazione: registrazione obbligatoria per tutti i siti web. Immediate le reazioni di Reporters Sans Frontières: è censura


Manama (Bahrein) – Dopo l?arresto di un webmaster da parte delle autorità, accusato di aver insultato il Sovrano dell’isola di Bahrein, c’era da aspettarselo: il regio Ministro dell’Informazione ha decretato la registrazione obbligatoria per chiunque abbia un sito web.

Tutti i siti, indipendentemente dai contenuti, verranno trattati come testate giornalistiche tradizionali: l’obbligo di registrazione scatta anche per i semplici blogger . Infatti persino le pagine personali dovranno avere un “amministratore” ufficialmente riconosciuto, che sia formalmente responsabile per tutto quanto viene pubblicato – commenti scomodi inclusi.

Secondo Jamal Dawood, capo dell’ufficio per la stampa del ministero dell’informazione, “non si tratta di una manovra restrittiva. E’ una disposizione pensata per tutelare e proteggere tutti i webmaster, che così potranno far valere i propri diritti d’autore su quanto prodotto”.

Reporters Sans Frontierès ha immediatamente denunciato il fatto come una violazione della libertà d’espressione: “Cose simili non accadono in un paese democratico”, si legge in un comunicato stampa. “Avere un amministratore formale per ciascun sito web è del tutto inappropriato per un mezzo di comunicazione come Internet”.

Il provvedimento è stato criticato anche da Mansur Al Jamri, direttore del principale quotidiano del Bahrein: “Nonostante la necessità di impedire l’uso della Rete a fini diffamatori, con questa legge il governo può effettivamente mettere a repentaglio la libertà d’espressione”.

La nuova legge non arriva inattesa, e completa un quadro di durissime norme che prevedono reati d’opinione gravemente puniti: su tutti i media nazionali, così come nei luoghi pubblici, è proibito mettere in discussione la politica governativa, la figura del sovrano e la religione di stato, l’Islam.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 29 apr 2005
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