Bassanini ridimensiona il Portale Italia

Bassanini ridimensiona il Portale Italia

Parlando dei risparmi concessi dalla rete il ministro della Funzione Pubblica mette in campo la visione di un portalone per la sola Pubblica Amministrazione. Lasciando i privati ai privati
Parlando dei risparmi concessi dalla rete il ministro della Funzione Pubblica mette in campo la visione di un portalone per la sola Pubblica Amministrazione. Lasciando i privati ai privati


Roma – Comprare ciò che serve per il funzionamento degli uffici e enti pubblici costa allo Stato ogni anno valanghe di denaro. Ma farlo sulla rete costa meno, fino al 40 per cento, secondo il ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini, che ha citato le previsioni della Andersen Consulting, secondo la quale si potrebbe arrivare ad un risparmio di 35-40mila miliardi l’anno. Un risparmio che deriverà dall’introduzione di nuove norme, procedure e tecnologie che consentiranno anche la creazione di un punto di riferimento cyber per tutto ciò che riguarda i rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini.

Naturalmente perché i risparmi abbiano luogo, occorre che la PA sia in grado di utilizzare internet a questo scopo e che siano diffusi i meccanismi transattivi necessari. Dice Bassanini: “Contiamo di arrivare in tre o quattro anni a portare tutta la fornitura di beni e servizi della Pubblica Amministrazione nella rete, consentendo ai cittadini di accedere attraverso una sorta di portale unico a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione, attraverso il loro computer, il telefonino o la tv digitale”. L’idea del Portale Unico per la PA sembra offusscare quella del Portale Italia che il precedente governo sembrava voler realizzare inserendoci non solo le attività della Pubblica Amministrazione, ma anche quelle private.

Sul risparmio ottenuto con le novità introdotte nella PA, che a breve dovrebbero iniziare a dare i loro frutti, si è espresso anche il neopremier Giuliano Amato secondo cui “più si risparmia più si può accantonare per i fondi integrativi e redistribuire per aumentare la produttività della macchina pubblica. Insomma, bisogna creare le condizioni per maggiori risparmi e le PA possono farlo e poi mettersene anche una parte in tasca”. L’idea di Amato è “di organizzare l’acquisto dei beni della PA mettendo online i fornitori, e poi consentendo a ciascuna amministrazione di fare l’acquisto vedendo in rete l’offerta migliore”.

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Pubblicato il
9 mag 2000
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