Battle.net, Blizzard sotto accusa

Battle.net, Blizzard sotto accusa

La software house californiana sul banco degli imputati per presunta pratica illecita nei confronti dei suoi clienti: i sistemi di autenticazione sarebbero necessari alla completa sicurezza degli account, dice l'accusa
La software house californiana sul banco degli imputati per presunta pratica illecita nei confronti dei suoi clienti: i sistemi di autenticazione sarebbero necessari alla completa sicurezza degli account, dice l'accusa

Nuovi guai all’orizzonte per Blizzard, la software house meglio nota per aver prodotto e realizzato le serie Diablo, World of Warcraft e Starcraft: in seguito alla breccia aperta nella rete Battle.net lo scorso agosto , uno studio legale ha reso nota l’intenzione di trascinare la società in tribunale. È per i sistemi di autenticazione a pagamento, e anche per il gioco online obbligatorio.

Agli utenti di Battle.net – il cui utilizzo è obbligatorio se si vuole usufruire dei “servizi di gioco online” come Diablo III o World of Warcraft – viene data la possibilità di servirsi di un sistema di autenticazione a doppio fattore, tramite una app gratuita su cellulare (Android, iOS e Windows Phone) o con dongle di sicurezza in vendita a pagamento sullo store Blizzard .

L’acquisto dei dongle è opzionale per gli utenti di Battle.net, obbligatorio per chi volesse dedicarsi al commercio di oggetti virtuali in-game come in Diablo III e la sua Casa d’Aste. Stando all’accusa di Carney Williams Bates Pulliam & Bowman, PLLC , invece, il dongle di autenticazione sarebbe necessario alla messa in sicurezza dell’account Battle.net e pertanto Blizzard ne approfitterebbe obbligando i giocatori all’acquisto anche dopo che questi hanno sborsato i soldi per una copia del gioco.

La software house statunitense tiene un comportamento “ingannevole”, sostiene lo studio legale, gestisce con pressappochismo i protocolli di sicurezza e obbliga inutilmente i giocatori a connettersi a Battle.net anche nel caso in cui questo non sia strettamente necessario (vedi caso Diablo III).

Blizzard è naturalmente di parere contrario, definisce la nuova class action inconsistente e continua a ribadire il concetto: “L’Autenticatore di Battle.net è uno strumento opzionale che i giocatori possono usare per proteggere ulteriormente i propri account Battle.net nel caso in cui le loro credenziali di login venissero compromesse al di fuori della infrastruttura di rete di Blizzard”, dice la società, la responsabilità della messa in sicurezza del computer da cui si accede al gioco è sempre e comunque degli utenti e quindi Blizzard “lascia ai giocatori la scelta di decidere se vogliono usare un Authenticator con il loro account”. Una scelta volontaria anche se consigliata.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 14 nov 2012
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