Bimbi al chip in una scuola americana

Bimbi al chip in una scuola americana

Protestano i genitori e si muove l'ACLU: un istituto ha imposto un invasivo sistema di localizzazione permanente per i molti alunni che lo frequentano
Protestano i genitori e si muove l'ACLU: un istituto ha imposto un invasivo sistema di localizzazione permanente per i molti alunni che lo frequentano

Sutter (USA) – Si chiama Brittan Elementary School una delle primissime scuole americane ad aver introdotto in questi giorni un sistema di localizzazione degli alunni. Un sistema che non sembra piacere ai genitori e che sta inducendo la potente associazione per i diritti civili ACLU ad intervenire.

Il funzionamento del sistemino è semplice. A tutti gli alunni della scuola è stato imposto di portare al collo uno specialissimo medaglione, composto da un chip radio che si interfaccia con i numerosi scanner presenti all’interno della scuola. Ad esempio, entrando o uscendo da un’aula, il dispositivo invia ai docenti la segnalazione della presenza di un certo studente.

Secondo le autorità scolastiche, che riprendono progetti già avviati in Giappone e in Galles, l’obbligo di portare il dispositivo migliora la sicurezza degli studenti, facilita gli appelli e potenzialmente può ridurre gli episodi di vandalismo. In quest’ottica verranno presto installati scanner anche agli ingressi dei bagni, luogo talvolta preso di mira da giovani teppistelli mascherati da studenti.

Ciò che più ha indignato molti genitori è il fatto che il tracciamento elettronico e l’obbligo di indossare il dispositivo sia stato introdotto senza una consultazione pubblica e senza il loro permesso. Cosa che ha spinto alcuni di loro a chiedere, appunto, l’intervento dell’ACLU.

Alunni col chip “Se questa scuola non fa opposizione – ha affermato un rappresentante dell’Associazione che ha già incontrato i dirigenti scolastici – allora anche altre scuole potrebbero prendere la stessa decisione”. “Potete essere una piccola comunità – ha dichiarato – ma siete una delle prime ad impiegare questa tecnologia”.

Il preside, Earnie Graham, la vede però molto diversamente. A suo dire si può anzi prevedere che, con l’aggiunta di un codice a barre, l’ID elettronico potrebbe consentire facilmente agli studenti di pagare i pasti in mensa oppure di registrare rapidamente i libri in prestito presi nella biblioteca dell’istituto. Va detto che la scuola viene pagata dalla InCom Corporation , che produce il sistema, e riceverà delle piccole royalty sulle successive vendite di questo apparato ad altri istituti. Una questione che ha suscitato ulteriori perplessità in alcuni genitori.

Uno di questi, che ha diffidato la scuola e chiesto ai propri figli di non indossare il dispositivo, ad un reporter ha rivolto una domanda emblematica: “Stiamo cercando di crescerli nel rispetto e nella fiducia o vogliamo dir loro che non ci si può fidare di nessuno, che si sarà sempre monitorati e che qualcuno ci osserverà sempre?”

La battaglia è cominciata.

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Pubblicato il
11 feb 2005
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