Venezia – Sono 7 gli arrestati dalla Polizia delle Telecomunicazioni di Venezia nell’ambito di una vasta operazione che ha portato anche alla denuncia di altre 62 persone che gli inquirenti ritengono coinvolte in un ring di abuso pedofilo online. Per la prima volta tra gli arrestati è finita anche una donna.
Attraverso internet, hanno spiegato gli inquirenti, i membri di questo “circolo” scambiavano e diffondevano immagini di pornografia infantile. Le indagini, partite lo scorso settembre, hanno avuto il loro culmine in 19 perquisizioni domiciliari concluse con il sequestro di 115 videocassette, 28 PC, 19 hard disk, 190 Cd-ROM e 1177 floppy disk. Gli inquirenti hanno spiegato che si tratta di supporti che contengono immagini di minori nudi o ritratti in posture oscene.
Dopo l’annuncio del blitz della Polizia, si è pronunciato su quanto accaduto anche don Fortunato di Noto, da sempre in prima fila contro la pedofilia, in particolare quella che sfrutta internet, e da tempo consigliere speciale del ministero delle Comunicazioni. Secondo Di Noto, gli arresti e tutto quello che in questi mesi si è riusciti a fare non basta.
“La battaglia culturale – ha affermato Di Noto – è quella che deve vedere in campo una nuova strategia di contrasto che ribalti efficacemente la perversa libertà di giustificazione che organizzazioni pedofile impunemente e indisturbate promulgano da anni con ostentazione, e che giustificano i rapporti sessuali con adulti e bambini”.
Il sacerdote ha parlato di cinque organizzazioni italiane che spingono per “il diritto ad essere pedofili e il diritto dei bambini di poter scegliere i loro partner”. “Non bisogna abbassare la guardia – ha continuato – e l’attenzione deve essere altissima contro un fenomeno non più isolato ma globalizzato per mezzo di internet”. Di Noto ha poi concluso affermando che ci vuole “una sinergia di impegno nel territorio, dove ognuno ponga in essere elaborazioni e progetti contro l’imperialismo pedofilo”.