Blogga, in galera a tempo indefinito

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La Giustizia della Nuova Zelanda impone una condanna inusitata a un uomo d'affari perché si rifiuta di obbedire a una ingiunzione. Non vuole rimuovere una pagina del proprio sito
La Giustizia della Nuova Zelanda impone una condanna inusitata a un uomo d'affari perché si rifiuta di obbedire a una ingiunzione. Non vuole rimuovere una pagina del proprio sito

Andare in carcere per un sito web e rimanerci per un tempo non meglio precisato: è quello che è capitato a Vince Siemer, businessman di Auckland, Nuova Zelanda, che si è rifiutato di obbedire all’ingiunzione del tribunale riguardo la chiusura del sito web che l’uomo usa da anni per mettere alla berlina le pratiche di affari del presidente della società di infrastrutture Vector Limited Michael Stiassny.

Siemer è convinto del fatto che Stiassny abbia peccato di incapacità nella gestione del conglomerato – che fornisce gas ed elettricità alla maggioranza dei “Kiwi” – al punto da mettere erroneamente in liquidazione una società. Una polemica, quello dell’uomo di Auckland, che ha spinto Stiassny a chiedere l’intervento della giustizia e la successiva ingiunzione di mettere off-line il sito incriminato .

A quell’ordine dei tribunali però Siemer non ha intenzione di obbedire , ed è in risposta a tale cocciutaggine che il vice-procuratore generale David Collins ha ordinato di sbatterlo in galera finché non ottempererà alle imposizioni.

Siemer, che è arrivato in Nuova Zelanda dagli Stati Uniti nove anni fa, sostiene che “Quello che mi stanno facendo non è corretto. Non è corretto verso di me, non è corretto nei confronti di chi paga le tasse”. A suo parere, il vice-procuratore ha già speso la bellezza di 100mila dollari per perseguirlo, e senza che nessuno gli abbia finora rinfacciato falsità o mancanza di fondamento nelle accuse che muove a Stiassny .

“Nessuno della Corte mi ha mai accusato di aver violato la legge – dice Siemer – Quello di cui mi hanno accusato è il fatto di non aver rispettato l’ingiunzione che dice che io non posso parlare francamente su quello che sta combinando Michael Stiassny”.

Gli fa eco la moglie Jane Siemer, che dice di essere gravemente provata nella propria fiducia nei confronti del sistema legale neozelandese. “La corte non ha semplicemente idea dello stress imposto alla mia famiglia e solo per non permetterci di parlare liberamente e avere un equo processo”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 giu 2008
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