Roma – Nella telefonia mobile la fastidiosa seccatura dei virus non è più una novità. È però abbastanza inusuale il concetto di parassitismo cellulare, che nemmeno agli impagabili Piero e Alberto Angela deve essere molto familiare: lo ha introdotto Motorola registrando un brevetto per un’invenzione battezzata Parasitic cellphone patent application .
Come ogni novità scientificamente rilevante, ne dà notizia il New scientist . Si tratta di un’idea che trova applicazione sui telefoni cellulari: nel momento in cui l’utente si ritrova con la batteria semi-scarica (ad esempio quando l’indicatore è giunto ad una misera e solitaria “tacca”), il sistema si occupa di garantire la più lunga autonomia possibile. Come? Grazie alla tecnologia Bluetooth, che permette collegamenti a cortissimo raggio con un basso dispendio di energia (e comunque inferiore a quello implicato da una conversazione telefonica).
Giunto ad un livello di carica minimo, il cellulare “parassita” disabilita tutte le proprie “funzioni non vitali” e blocca le eventuali chiamate in entrata. Contemporaneamente, si mette alla ricerca di dispositivi Bluetooth attivi nelle vicinanze per connettersi ad essi e sfruttarli come proxy, per inviare un avviso di scarsa autonomia ad una lista predefinita di numeri telefonici.
Con questi ultimi potranno essere mantenuti contatti esclusivamente via SMS, che viaggeranno via Bluetooth tra il telefono “parassita” e il “proxy” (che deve però essere consenziente e compiacente), che li reindirizzerà sulla normale rete GSM per recapitarli ai destinatari.
Non è dato sapere se Motorola intenda lanciare questo optional nella sua produzione di serie o lucrare sulle royalty da altri produttori intenzionati a sfruttarlo. Per il momento, l’unico dato certo è la registrazione del brevetto.
Dario Bonacina