Brevetti, l'ora del sarcasmo anti-UE

Brevetti, l'ora del sarcasmo anti-UE

La sorprendente gestione dell'iter della direttiva sui brevetti ha danneggiato l'immagine delle istituzioni europee. Che ora subiscono l'assalto in puro stile web
La sorprendente gestione dell'iter della direttiva sui brevetti ha danneggiato l'immagine delle istituzioni europee. Che ora subiscono l'assalto in puro stile web

Roma – Se la sono cercata, ha detto qualcuno, e di certo risulta comprensibile la diffidenza maturata da molti in questi mesi per le scelte che le massime autorità europee hanno compiuto pur di far passare una direttiva, quella sui brevetti del software , che piace solo alle multinazionali di settore. Ed ora arriva la reazione della rete.

Chi ha seguito la vicenda su Punto Informatico sa bene come le decisioni del Parlamento europeo siano state bypassate grazie a procedure contorte e come le scelte degli unici rappresentanti eletti dal popolo europeo siano cadute sotto il peso della volontà di Commissione e Consiglio UE. È dunque del tutto scontato che sulla rete, da sempre motore e megafono degli umori di uno e di molti, in queste settimane appaiano documenti e provocazioni che prendono di mira, talvolta con geniale sarcasmo, le istituzioni europee.

È il caso dell’iniziativa di Mikko Rauhala, professionista IT finlandese membro di Electronic Frontier Foundation , che sul proprio sito spiega: “Tutti hanno bisogno di un hobby. Il mio è dare tangenti a funzionari corrotti”.

La battuta si spiega con la singolare iniziativa promossa per criticare la gestione della direttiva da parte delle autorità europee. L’idea di fondo è raggiungere la democrazia seguendo il principio “un voto, un euro”.

“Ho messo in piedi – spiega Rauhala – l’Iniziativa Europea di promessa di Tangente contro i Brevetti sul Software”. “Io – continua – non raccoglierò i fondi ma accetterò le intenzioni di tangente di chi vuole spedire un certo ammontare direttamente alla Presidenza lussemburghese del Consiglio europeo”.

L’idea cioè è di avvertire la Presidenza che riceverà la somma raccolta in questo modo qualora ritiri la proposta di direttiva e avanzi una seconda proposta realizzata con il testo che fu emendato dal Parlamento europeo. “Ora – spiega Rauhala – qualcuno potrebbe pensare che queste richieste cozzino con le normative UE, o che siano antidemocratiche, ma diciamocelo, questi escamotage non sono mai stati un problema per la stimata presidenza. Se questa non riuscirà a mettere sotto il resto del Consiglio (o la Commissione, o chiunque altro coinvolto) allora potrà a propria discrezione distribuire le tangenti per ottenere l’effetto desiderato”.

“Purtroppo – insiste Rauhala girando il coltello nella piaga – non so l’esatta quantità di denaro che la presidenza del Consiglio ha fin qui ottenuto in questa vicenda e dunque non sono sicuro di quale somma ci voglia per ribaltare la questione, il meglio che posso fare è elencare le promesse di tangente e informare la presidenza dell’esistenza di questa pagina. Si può sperare che seguano l’evoluzione della vicenda e accettino la somma quando sarà sufficiente”.

Il successo dell’iniziativa è evidente: fino a questo momento sono stati raccolti più di 56.000 euro grazie all’interessamento di cittadini di diversi paesi europei. Di certo bisogna darci dentro per ottenere l’effetto sperato….

Altro segnale dello scollamento tra le istituzioni europee e i cittadini UE causato dalla vicenda brevetti è dato da una jpg che in queste settimane gira vorticosamente e che viene pubblicata da diversi siti web (qui riprodotta).

Clicca per ingrandire Sotto il titolo “Còmprati una legge nell’Unione Europea”, l’immagine ricorda la pubblicità dei servizi di una società di comunicazione e afferma: “Per un certo periodo, limitato, la presidenza lussemburghese del Consiglio UE consentirà a qualunque corporation americana di far applicare le proprie strategie ovunque nell’Unione Europea. Sarai finalmente in grado di schiacciare i concorrenti in un attimo e guadagnare un mercato enorme!”

“I nostri servizi – si legge – includono:
– elaborazione di un testo assai ambiguo che induca le imprese europee a ritenere equo quanto abbiamo stabilito
– approvare la legge nonostante il voto del Parlamento
– farti evitare l’ira dei cittadini, di cui semplicemente non ce ne frega niente
– approvare la legge contro il volere dei singoli paesi
– approvarla anche violando le regole del Consiglio stesso”.

“Il Lussemburgo – si legge poi in una piccola nota – è un piccolo paese che ama fare affari con le MegaCorporation”.

Infine, accanto ad una foto di “Bill G.”, appare uno statement sui vantaggi per le imprese nel comprarsi una direttiva europea, un testo assai spassoso con chicche del tipo: “Ho provato di tutto, dalla disinformazione alla minaccia, e neppure con le denunce dei nostri amici di SCO ci siamo riusciti (…) Ora invece ho la legge dei miei sogni che mi consentirà di distruggere i miei competitor legalmente in tutta Europa!”

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Pubblicato il
16 mar 2005
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