Brexit, l'ombra dei bot

Brexit, l'ombra dei bot

La petizione per ripetere il referendum tocca quota 3,8 milioni di sostenitori. Ma sono tutti normali cittadini ansiosi di non rompere con l'Europa?
La petizione per ripetere il referendum tocca quota 3,8 milioni di sostenitori. Ma sono tutti normali cittadini ansiosi di non rompere con l'Europa?

La petizione online lanciata per chiedere la ripetizione del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha superato abbondantemente quota 3.800.000 firme: molte di queste però potrebbero non essere regolari. Al momento in cui scriviamo almeno 77mila firme sono già state rimosse : e non è detto che siano le uniche.

Secondo l’ House of Petitions Committee , che sta investigando sulla petizione, c’è qualche problema con le firme raccolte. Nel calderone sono finite infatti anche 39.411 firme provenienti dalla Città del Vaticano, che paradossalmente conta una popolazione di sole 450 unità, e altre 23.000 circa dalla Corea del Nord, oltre a svariate altre provenienti dai luoghi più disparati. Siccome possono firmare solo i cittadini britannici o chi risiede in UK, il Committee ha già provveduto ad eliminare questi voti dal totale.

Il problema grave, però, è che questa potrebbe essere soltanto la punta dell’iceberg: alla base dei voti “anomali” potrebbe difatti esserci l’azione di uno o più bot . Secondo Rik Ferguson , vicepresidente di Trend Micro, la piattaforma su cui si basa il sistema di voto della petizione non avendo un valido sistema di protezione contro i bot rende facile la vita a questi ultimi, che possono così falsare i risultati senza problemi compromettendo la credibilità dell’intera operazione.

La petizione per ripetere il referendum che ha sancito la brexit

Che siano stati utilizzati dei bot pare confermato da quanto pubblicato sul forum di 4Chan da un utente, che candidamente ammette: “Ho votato 33.000 volte lasciando uno script in esecuzione mentre facevo la doccia”. In ogni caso, il Committee sta proseguendo le indagini ed entro la settimana emetterà un verdetto, stabilendo se la petizione debba o non debba essere discussa in parlamento. Nel frattempo, però, sulla stampa britannica si sono sprecati i titoloni sulle spaccature all’interno del paese.

Il referendum appena votato nel Regno Unito non implica automaticamente l’uscita dall’Unione Europea, ma serve soltanto a far conoscere al Governo cosa ne pensano gli elettori. L’UK uscirà davvero dall’Unione? Probabilmente sì, ma non subito: Cameron ha affermato pubblicamente che non sarà lui ad occuparsi della Brexit . Si farà davvero un secondo referendum? Probabilmente no, e questo a prescindere dalle decisioni del Committee: nessuno lo auspica, per ora, e di nuovo lo stesso Cameron l’ha escluso. Visto poi l’esito di questa petizione digitale, probabilmente occorrerà attendere ancora un po’ per comprendere cosa intendano fare i cittadini di Albione.

Fiore Perrone

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Pubblicato il 28 giu 2016
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