Bug hunters, Guillermito condannato

Bug hunters, Guillermito condannato

Clamorosa sentenza in Francia su uno dei casi più caldi di questi anni: lo smanettone che rese pubblica l'esistenza di una falla in un software antivirus è stato condannato
Clamorosa sentenza in Francia su uno dei casi più caldi di questi anni: lo smanettone che rese pubblica l'esistenza di una falla in un software antivirus è stato condannato


Roma – Condannato anche in appello. Si è concluso in queste ore il più lungo e contrastato procedimento legale che mai abbia avuto luogo in Europa avendo nel mirino un bug hunter , un hacker la cui colpa è stata quella di rendere noto che un software antivirus era fallato e che la pubblicità con cui il produttore lo promuoveva era, di conseguenza, errata.

La Corte d’Appello francese che ha giudicato in secondo grado il caso di Guillaume Tena, hacker meglio noto come Guillermito , ha in buona sostanza confermato quanto emerso in primo grado , e cioè che Tena è colpevole di aver reso pubbliche le vulnerabilità di ViGuard , software di punta per la francese Tegam . Una sentenza che sta facendo discutere l’ambiente della sicurezza in un caso che si trascina ormai da cinque anni.

La condanna, che non è ancora stata resa nota nei dettagli, Guillermito l’ha comprensibilmente presa molto male, come si può leggere sul suo sito :

“Ho perso. L’appello e la testimonianza di un esperto non sono serviti a nulla. A me la condanna, a me la multa, a me i danni con gli interessi. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato, a chi ha espresso la sua solidarietà in questi anni (…) Non c’è il diritto in Francia di dimostrare tecnicamente che un software contiene una falla di sicurezza, o che la pubblicità di quel software dice il falso. Dormite tranquilli, concittadini, tutti i vostri software sono perfetti”.

Sull’hacker francese ora pendono richieste, tra multa e danni, pari a 15mila euro , denaro che Guillermito spiega di non avere. “Credo – scrive sconsolato – di non avere altro da fare che vendere il mio corpo o quello che ne rimane”.

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Pubblicato il
22 feb 2006
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