Bull sfida IBM sui supercomputer verdi

Bull sfida IBM sui supercomputer verdi

La società francese ha introdotto un nuovo modello capace di tagliare i consumi e fornire performance di calcolo nell'ordine dei peataFLOPS: tutto grazie all'acqua. E alle GPU
La società francese ha introdotto un nuovo modello capace di tagliare i consumi e fornire performance di calcolo nell'ordine dei peataFLOPS: tutto grazie all'acqua. E alle GPU

IBM è stata tra le prime, con la sua linea di sistemi Blue Gene, a focalizzarsi su design e tecnologie capaci di tagliare i consumi dei supercomputer. A sfidarla su questo terreno è ora la francese Bull , che ieri ha svelato un supercomputer di nuova generazione, chiamato bullx , che promette di ridurre significativamente i consumi grazie all’utilizzo di blade server e di un sistema di refrigerazione ad acqua.

Fabio Gallo, vice president and general manager of Bull Extreme Computing Solutions, afferma che bullx è stato pensato per soddisfare le esigenze di calcolo più impegnative ma, nello stesso tempo, per tagliare i costi energetici delle grosse organizzazioni e far risparmiare loro anche parecchio spazio.

Un sistema bullx può essere costituito da centinaia di blade server e raggiungere performance di calcolo comprese tra pochi teraFLOPS e alcuni petaFLOPS. Per ottenere un supercomputer da 1 PFLOPS sono attualmente necessari 100 server rack, ciascuno contenente 18 blade equipaggiati con due processori Intel Xeon 5500. I vari blade possono integrare storage locale, sia basato su dischi magnetici che su dischi a stato solido, oppure interfacciarsi ad un NAS.

Bullx supporta un’architettura ibrida, composta sia da CPU x86 che da GPU. Accanto ai blade tradizionali basati su Xeon, infatti, possono essere utilizzati speciali sistemi che Bull chiama accelerator blade , i quali si avvalgono di processori grafici per eseguire specifici calcoli che utilizzano numeri in virgola mobile. Questi accelerator blade sono tuttavia opzionali: il loro uso, infatti, comporta spesso la conversione e l’ottimizzazione delle applicazioni utilizzate dalle aziende, come quelle per il calcolo scientifico o finanziario.

Un’altra importante caratteristica del supercomputer di bullx è l’utilizzo di un sistema di raffreddamento ad acqua, che Bull definisce fino al 75 per cento più efficiente di uno ad aria. Il sistema integra poi speciali sistemi che proteggono i server dalle interruzioni di elettricità e dagli sbalzi elettrici: ciò dispensa le aziende dall’utilizzare gruppi di continuità separati.

Il costo di un supercomputer bullx va da poche decine di migliaia di euro fino a diverse decine di milioni, a seconda della configurazione.

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Pubblicato il
17 giu 2009
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