C'è chi usa il P2P per ingannare

C'è chi usa il P2P per ingannare

Caccia aperta negli USA ai siti che offrono ai propri membri paganti software di file sharing altrove gratuiti spacciandoli come jukebox che consentono di scaricare di tutto
Caccia aperta negli USA ai siti che offrono ai propri membri paganti software di file sharing altrove gratuiti spacciandoli come jukebox che consentono di scaricare di tutto


Washington (USA) – La Commissione federale sul Commercio sembra pronta a prendere in seria considerazione un nuovo esposto presentato dagli esperti del Center for Democracy and Technology (CDT) contro una serie di siti che offrono a pagamento software di file sharing spacciati per jukebox gratuiti da cui scaricare qualsiasi genere di file liberamente e legalmente.

Secondo il CDT siti come MyMusicInc.com sono abusivi e ingannatori e sono studiati per far credere agli utenti che pagando l’importo previsto per la registrazione sia possibile scaricare, come dice quel sito, “oltre 12 miliardi di file direttamente sul tuo computer”.

Non contenti, gli autori di quel sito e di altri spazi web, come Mp3DownloadCity , parlano apertamente di download gratuito di film su DVD, CD, mp3, programmi informatici e via dicendo.

Il tutto è poi condito sugli stessi siti dalla fornitura di tool di masterizzazione in quello che viene considerato da CDT non tanto un inno alla pirateria quanto un formidabile inganno ai danni di quegli utenti che, comprando quel software, riterranno di agire nella completa legalità, esponendosi invece a concreti rischi legali.

Di interesse il fatto che una società che gestisce il sito Mp3DownloadHQ.com , dopo aver ricevuto la segnalazione di CDT, abbia deciso di rimuovere dalle proprie pagine la dicitura “legale al 100 per cento” e si sia, peraltro, limitata a quello.

La scelta dell’esposto da parte di CDT non è casuale. L’organizzazione, che da sempre si batte per evitare censure e criminalizzazioni ai danni degli utenti e dello sviluppo della rete, teme infatti che la crociata antipirateria comprima ulteriormente le libertà digitali. “Noi – ha infatti spiegato il presidente Jerry Berman – vogliamo che il mercato dei contenuti online fiorisca. Perché le aziende offrano download legali, per proteggere il libero flusso dell’informazione ed evitare ulteriori misure draconiante antipirateria che potrebbero danneggiare la rete, intendiamo perseguire comportamenti disdicevoli come quelli di queste pubblicità ingannevoli”.

La Commissione ha già fatto sapere che indagherà.

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Pubblicato il
9 mar 2005
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