Caccia al Tesoro via Wi-Fi, com'è andata

Caccia al Tesoro via Wi-Fi, com'è andata

Punto Informatico intervista i promotori di una singolare iniziativa che a Roma ha coinvolto tre scuole e che ha portato 75 ragazzi nei viali di Villa Borghese con, in mano, la PSP di Sony
Punto Informatico intervista i promotori di una singolare iniziativa che a Roma ha coinvolto tre scuole e che ha portato 75 ragazzi nei viali di Villa Borghese con, in mano, la PSP di Sony

Si è da poco svolta a Roma nell’area di Villa Borghese la prima iniziativa Play Your City , un modo per creare una cultura delle tecnologie al servizio della didattica. Alcuni studenti di tre scuole romane (il Liceo classico Dante, l’Itis Einstein e l’Ipsia Europa) hanno partecipato ad una caccia al tesoro all’interno del parco, armati di una Playstation Portable e sfruttando gli hotspot WiFi ad accesso gratuito installati nell’area ormai da tempo da RomaWireless .

Punto Informatico ha scambiato quattro chiacchiere con due dei protagonisti dell’organizzazione: Gianni Celata, direttore di RomaWireless, e Mirta Michilli direttrice del Consorzio Gioventù Digitale .

Punto Informatico: Come funziona una caccia al tesoro WiFi?
Celata : I ragazzi, attraverso la PSP, si collegavano al sito e una volta indovinata la risposta era il portale a dare l’autorizzazione a passare alla tappa seguente.
Michilli : La caccia la tesoro WiFi coniuga il tradizionale ed il digitale, da un lato la struttura classica del ben noto gioco di squadra, dall’altro una playstation al posto dei tradizionali bigliettini di carta, per leggere le domande, collegarsi ad Internet tramite Hotspot per fare ricerche, digitare e inviare le risposte.

PI: Docenti e alunni si sono divertiti?
Celata : Il software che noi abbiamo preparato appositamente permetteva da un laptop di monitorare come le singole squadre progredissero. Si era creato attorno allo schermo un certo tifo dei professori che vedevano le squadre avvicendarsi nella classifica.
Michilli : Tutti i ragazzi sono estremamente ricettivi a questo tipo di proposte, e l’evento ha mostrato come le tecnologie catturano anche quegli studenti che sui libri tradizionali fanno più fatica.

PI: Pensate ad altre edizioni di questa particolare.. caccia scolastica?
Celata : Sicuramente. Vorremmo ripetere questa cosa con percorsi nella città, la Roma del Tiziano, la Roma del Bernini, del Caravaggio o la Roma medievale o anche la Roma delle Fontane o quella di Dan Brown addirittura. Vorremmo allargarci anche a programmi di edutainment per ragazzi e per adulti, magari da legare a iniziative anche per turisti.

PI: Quindi pensate di allargare i “confini” di questo edugame ?
Michilli : Noi vorremmo ripetere l’iniziativa magari a livello cittadino. Oggi i contenuti sono su Villa Borghese perché il software è stato programmato con 11 o 13 domande su questo, ma abbiamo visto anche come tutto ciò abbia un valore particolare per le scuole di periferia e per questo lo vogliamo ripetere. Immaginiamo anche una caccia al tesoro cittadina che esplori i luoghi storici della città a cui far magari partecipare le scuole di vari municipi della città.

PI: Quali sono gli obiettivi di una iniziativa di questo tipo?
Michilli : La nostra attività principale è portare il digitale nelle scuole e promuovere un utilizzo delle tecnologie multimediali al servizio della didattica, dimostrando che le nuove tecnologie sono in grado di veicolare educazione, cultura e facilitare una didattica innovativa più idonea alla scuola del 21esimo secolo.
Per questa iniziativa la nostra parte è consistita nel coinvolgere e preparare le scuole, mentre Sony ha fornito le PSP e Roma Wireless ha messo a punto l’infrastruttura.

PI: Perché collaborare con Sony, una multinazionale giapponese?
Celata : Perché quello che stiamo facendo a Roma è un caso internazionale che non può non interessare le grandi aziende. Per ora c’è solo Sony, ma altre collaborazioni sono dietro l’angolo, come quella con Google, che coinvolgerà le scuole per lo sviluppo di progetti tridimensionali di Roma con un software che ci forniranno gratuitamente da Mountain View e che lanceremo con il Consorzio Gioventù Digitale.
Anche con IBM attiveremo una collaborazione, assieme a piccole e medie imprese romane, per sviluppare progetti di ricerca sulle piattaforme di gestione delle reti wireless e dei contenuti per questi nuovi network.

a cura di Gabriele Niola

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Pubblicato il 10 ott 2006
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