Cam e computer per decifrare Archimede

Cam e computer per decifrare Archimede

L'unico testo del più celebre matematico della storia giunto fino a noi dovrebbe essere decifrato nella sua interezza entro il prossimo settembre. Sono 174 pagine di trattato oggi all'esame di due università americane in competizione
L'unico testo del più celebre matematico della storia giunto fino a noi dovrebbe essere decifrato nella sua interezza entro il prossimo settembre. Sono 174 pagine di trattato oggi all'esame di due università americane in competizione

Baltimora (USA) – Una competizione tra due team di ricerca per decifrare tutte le 174 pagine dell’unico testo firmato da Archimede di Siracusa 2.300 anni fa e giunto fino a noi. Per comprendere fino in fondo cosa è stato scritto dal più celebre dei matematici, due università stanno lavorando contro il tempo ed entro il prossimo settembre, tra un anno dunque, dovrebbero giungere alla “soluzione”.

Fino a questo momento gli scienziati della Johns Hopkins School of Medicine e quelli del Rochester Institute of Technology sono riusciti a decifrare solo cinque delle 174 pagine della “Teoria dei corpi galleggianti” e ci vogliono, pare, i computer più attrezzati per procedere “speditamente” nel lavoro.

Servono computer e strumenti ottici avanzati, spiegano i ricercatori, per la singolarissima storia del testo. Le 174 pagine di Archimede, infatti, nel decimo secolo furono copiate da un amanuense che così le preservò dalla distruzione. Ma due secoli dopo, un monaco decise di usare quelle pergamene per scriverci sopra un altro testo. Questo accadde perché il materiale di scrittura era raro e costoso.

Ora i due team di ricerca sono impegnati a individuare il testo originale sotto quello apposto nel 12esimo secolo. Per la riuscita dell’impresa vengono utilizzate telecamere digitali governate da sistemi di processo avanzati capaci di discernere le immagini prodotte dal bombardamento ultravioletto e infrarosso. Sfruttando tecnologie in uso negli enti di ricerca medica e spaziale, gli scienziati sembrano riuscire a “tirar fuori” quel testo. Quelli della Hopkins stanno sfruttando una tecnologia di imaging “iperspettrale” con bombardamenti di ultravioletti capaci di evidenziare le modificazioni apportate dall’inchiostro utilizzato nel decimo secolo.

I due team, che lavorano a questa impresa ormai da gennaio, stanno cercando ambedue di farsi assegnare l’intero lavoro dall’anonimo possessore del testo di Archimede. Il prezioso palinsesto era stato acquistato nel 1998 ad un’asta per 2 milioni di dollari e dato in gestione alla galleria di Baltimora.

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Pubblicato il
17 ott 2000
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