Canada, il Grande Fratello può attendere

Canada, il Grande Fratello può attendere

Le controverse proposte di legge note come C-60 e C-74 sono decadute. Soddisfazione tra gli attivisti per i diritti civili, che ammoniscono tutti: tenete gli occhi aperti
Le controverse proposte di legge note come C-60 e C-74 sono decadute. Soddisfazione tra gli attivisti per i diritti civili, che ammoniscono tutti: tenete gli occhi aperti


Ottawa – La grande riforma delle leggi sul copyright voluta dal partito canadese dei Conservatori è morta senza terminare l’iter parlamentare: il governo è crollato ed è stato sfiduciato, trascinando con sé quello che molti avevano già definito l’avvento del Grande Fratello .

Una grande notizia per i sostenitori delle libertà digitali, intimoriti dalle ripercussioni potenzialmente liberticide dei disegni di legge conosciuti come C-60 e C-74 , due pacchetti normativi che avrebbero introdotto molte limitazioni all’uso tradizionale delle tecnologie online di ricerca e condivisione file.

La legge C-74, in particolare, avrebbe introdotto arbitrariamente l’ obbligatorietà delle intercettazioni in qualsiasi struttura telematica, sia analogica, sia digitale. Gli attivisti del CIPPIC , cane da guardia sulle politiche pubbliche del governo canadese, hanno colto l’occasione per lanciare un allarme: “Sono spariti i membri del governo, ma le cause profonde che hanno reso necessaria l’ideazione di leggi come la C-60 e la C-74 non sono affatto sparite”.

Secondo Philippa Lawson, direttore generale del CIPPIC ed esperta di diritto, “non esiste alcun dibattito pubblico sulla crucialità dei temi affrontati dalle leggi in questione, che prevedono intercettazioni ed incursioni telematiche da parte delle forze dell’ordine senza la necessità di alcun mandato”. Lawson è dell’opinione che “questi problemi non toccano soltanto il Canada, ma molti altri paesi” e pertanto è necessaria una campagna di sensibilizzazione .

Un obiettivo assai difficile, dichiara David Fewer, consigliere legale del CIPPIC: “I grandi media hanno tutto l’interesse possibile per nascondere quanto i governi intendono fare con la nostra privacy, calpestandola in nome del copyright e della guerra totale alla criminalità”. I portavoce dell’associazione canadese hanno sottolineato la necessità di creare un passaparola globale per dare visibilità a questi temi: basterà per salvare Internet da una deriva antilibertaria?

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 2 dic 2005
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