Canone, dolcetto o scherzetto?

Canone, dolcetto o scherzetto?

L'Autorità TLC deve decidere nella seduta di domani. In caso contrario dal 13 in poi la Commissione europea potrà avviare una procedura di infrazione contro l'Italia. E tra Enzo e Mario si infila Tommaso
L'Autorità TLC deve decidere nella seduta di domani. In caso contrario dal 13 in poi la Commissione europea potrà avviare una procedura di infrazione contro l'Italia. E tra Enzo e Mario si infila Tommaso


Roma – Sarà decisiva la riunione di domani dell’Autorità TLC per decidere le sorti del canone telefonico e gli equilibri tra Telecom Italia e gli altri operatori in una delle fasi più delicate del processo di liberalizzazione del settore. E ciò in un contesto di massima urgenza, visto che tutto questo avrebbe dovuto essere deciso entro il 24 novembre come previsto da un “semi-ultimatum” della Commissione europea. Se domani non verrà presa una decisione, nei giorni successivi la Commissione potrebbe decidere di far aprire una procedura di infrazione contro l’Italia.

Dunque, nonostante le divergenze emerse nel corso dell’ultima riunione, si può legittimamente prevedere che domani verrà presa una decisione definitiva. Se l’Autorità TLC andrà incontro alle richieste che sono pervenute al suo presidente, Enzo Cheli, dal commissario UE Mario Monti, allora l’aumento del canone sarà fissato al 6 per cento. Ma ieri Cheli ha fatto sapere che si tratta di un’ipotesi “tutta da verificare”. “E ‘ una proposta – ha detto Cheli – che non viene fatta casualmente ma in base ad un calcolo a cui si contrappongono i calcoli della nostra Autorità. Un confronto tecnico, non una scelta politica”

Va detto che l’Autorità voleva non superare il 4 per cento di aumento del canone ma secondo Monti il 6 per cento è necessario per consentire a Telecom di rientrare del deficit d’accesso valutato in 2mila miliardi dalla stessa Authority in tempi non troppo lunghi. Secondo Monti, anche con un aumento del 6 per cento ci vorrà tempo fino all’estate 2002 perché si ottenga “il riequilibrio”.

Questioni tecniche, dunque, ma fondamentali per definire il panorama della telefonia italiana nei prossimi mesi. In mezzo a tutto questo, infatti, si pone il problema dell’Ultimo miglio e dell’effettiva partenza della fase conclusiva della liberalizzazione.

In questo senso è intervenuto ieri il boss di Wind, Tommaso Pompei, secondo cui “una volta definito il deficit d’accesso deve esistere un impegno chiaro e formale sul fatto che questa “prestazione” (il mantenimento della rete infrastrutturale, ndr.) venga offerta alle identiche condizioni a tutti gli operatori, Telecom compresa”. Secondo Pompei, il problema dell’Ultimo miglio “è sottaciuto: credo sia un errore, perché ove questo non sia garantito è difficile che la concorrenza effettiva possa essere implementata”. “La tutela dei consumatori – ha concluso – si fa diminuendo il canone ma anche consentendo ai consumatori di fare liberamente le proprie scelte”.

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Pubblicato il
6 dic 2000
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