Roma – Linux contiene o non contiene codice copiato da UNIX System V ? E’ questa una domanda che “vale” ben 5 miliardi di dollari, ossia la somma che SCO Group chiede a IBM nella famosa causa in corso tra le due società. Nel serrato batti e ribatti tra le due parti, la scorsa settimana è venuto alla luce un documento inedito che, secondo i sostenitori di IBM e di Linux, potrebbe liquidare tutte le accuse rivolte da SCO alla rivale.
Il documento, pubblicato qui da Groklaw , consiste in una e-mail inviata da Michael Davidson il 13 agosto del 2002 a Reg Broughton, un impiegato di SCO che si premurò di inoltrare la missiva all’attuale CEO dell’azienda, Darl McBride. Nella lettera Davidson sintetizzava i risultati di un progetto, durato 7 mesi, che ha visto il consulente esterno Bob Swartz comparare linea per linea il codice sorgente del kernel di Linux con quello dello UNIXdi AT&T, su cui SCO proclama pieni diritti.
“Alla fine, non abbiamo trovato assolutamente *nulla* (si riportano gli asterischi così come appaiono nel testo originale, NdR). In altre parole, non c’è alcuna evidenza di una qualsivoglia violazione di copyright”, ha scritto Davidson.
L’autore della e-mail ha anche spiegato che il lavoro di Swartz era stato commissionato dai massimi dirigenti di SCO perché questi “non ritenevano possibile che Linux e buona parte del software GNU fossero venuti alla luce senza che *qualcuno* da *qualche parte* avesse copiato delle porzioni del codice proprietario di UNIX”.
Davidson sosteneva che la speranza dei dirigenti di SCO era quella di trovare una “smoking gun”, ovvero l’evidenza che Red Hat o altre società che gravitano attorno a Linux (come IBM) avessero riversato in Linux porzioni del codice di UNIX. Secondo la comparativa, però, le uniche parti di codice in comune tra Linux e UNIX avrebbero una fonte comune, e legittima, come BSD UNIX.
In risposta a questo documento, SCO ha ripescato nei propri archivi un vecchio memo risalente all’ottobre del 1999 in cui Swartz spiegava in prima persona a Steve Sabbath, un impiegato di SCO, di aver trovato diversi punti in cui il codice di Red Hat Linux 5.2 appariva copiato – riga per riga o in modo meno esplicito – da UNIX. In tale circostanza il consulente di SCO concludeva affermando che “non ci sono dubbi sul fatto che parti delle distribuzioni di Linux siano derivate da UNIX”.
“Questo memo dimostra che l’e-mail del Sig. Davidson si riferisce ad una investigazione limitata esclusivamente alla copia letterale, che non è molto comune nei casi di violazione di copyright”, ha affermato SCO in un documento presentato negli scorsi presso il tribunale. “Ancora più importante, la nota mostra che *ci sono* problemi con Linux”. SCO ammette anche che “sono necessarie ulteriori indagini per localizzare tutti i problemi”, indagini che conta di portare avanti nel corso delle cause contro IBM e AutoZone .
La paladina di UNIX ha infine affermato che far leva sulla e-mail di Davidson per suggerire che Linux non contenga alcuna violazione dei copyright di UNIX “è inesatto e ingannevole”.
Ora starà al tribunale valutare l’importanza dei nuovi documenti probatori, tenendo anche conto delle eventuali contraddizioni che contengono.