CD, Iva al 4 per cento?

CD, Iva al 4 per cento?

Il capogruppo dei Verdi a Forlì, Ronchi, commenta l'iniziativa del collega di partito, on. Poletti, che spinge ad una riduzione del prezzo finale dei CD musicali. Significativa ma insufficiente?
Il capogruppo dei Verdi a Forlì, Ronchi, commenta l'iniziativa del collega di partito, on. Poletti, che spinge ad una riduzione del prezzo finale dei CD musicali. Significativa ma insufficiente?

Forlì – Trovo che l’iniziativa dell’On. Poletti dei Verdi di invitare il Governo a ridurre l’IVA dei CD musicali al 4%, al pari dei libri, sia lodevole ma un po’ anacronistica.
Prima di tutto i Compact Disc non sono attualmente l’unico modo per distribuire contenuti musicali, e sicuramente non il più moderno. Limitare questo provvedimento solamente ai CD non ha molto senso, anche perché sarebbe meglio per tutti che la vendita online e l’uso dei lettori portatili con memoria si diffondessero maggiormente ed in maniera legale.

Inoltre avrei legato questa proposta ad un accordo con tutti i produttori: non è giusto che sia solo lo Stato a fare lo sforzo per ridurre il costo, anche loro dovrebbero fare la loro parte per ridurre la spesa finale, dal momento che i margini non sono certamente così limitati da impedirlo.
A mio parere il costo dei pezzi scaricati legalmente su internet è ancora troppo alto: non ci sono mediazioni, non ci sono costi per la distribuzione, la concorrenza è a prezzo zero.

Forse le case discografiche non vedono la rivoluzione che si sta compiendo in questo settore, così come in quello della distribuzione dei film e dei video, e preferiscono mungere gli utenti finché possono, minacciandoli piuttosto che proponendo loro una alternativa sensata alla distribuzione illegale.

Allora sì, avrei ridotto al 4% l’IVA per tutti i contenuti digitali culturali (video, audio, e-book), a patto che i distributori garantiscano che una canzone scaricata possa costare meno di un caffè, un video meno di una pasta + cappuccino, un libro meno di un caffè ogni 100 pagine.

Così si ridurrebbero sensibilmente i prezzi per l’utente finale, garantendo che l’eliminazione del 16% di tasse non venga mangiato nel giro di un anno da altrettanti aumenti da parte dei produttori-distributori, e contribuendo ad un incremento della distribuzione di contenuti culturali, un bene per il Paese.

Un provvedimento di questo tipo probabilmente porterebbe in Italia diversi distributori di contenuti online, forse aumentando le entrate per lo Stato invece di diminuirle.

Alessandro Ronchi
http://www.alessandroronchi.net
Capogruppo dei Verdi nel Consiglio
Comunale di Forlì

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Pubblicato il
26 set 2006
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