Cellulari, la pirateria provoca danni miliardari

Cellulari, la pirateria provoca danni miliardari

Questo il verdetto dell'istituto d'analisi Frost and Sullivan: i danni provocati dai pirati delle suonerie ammonterebbero a 2,6 miliardi di euro. Sistemi DRM interoperabili, questa la risposta delle major
Questo il verdetto dell'istituto d'analisi Frost and Sullivan: i danni provocati dai pirati delle suonerie ammonterebbero a 2,6 miliardi di euro. Sistemi DRM interoperabili, questa la risposta delle major

Roma – Il fenomeno della cosiddetta pirateria mobile è il più grande problema che si pone di fronte ai membri del Mobile Entertainment Forum , l’associazione internazionale che riunisce i produttori di contenuti multimediali per piattaforme mobili. Se è vero che le major discografiche puntano al rilancio economico grazie alle suonerie ed altri prodotti per cellulari e PDA, allora l’ultimo rapporto diffuso dall’istituto Frost and Sullivan è per loro assai preoccupante: secondo una ricerca condotta negli ultimi mesi, i danni della pirateria mobile ammontano ad oltre due miliardi e mezzo di euro .

Il dato si riferisce soltanto ai paesi dell’Unione Europea, dove il commercio di canzoni e videoclip per cellulare è particolarmente diffuso ed apprezzato tra i più giovani. Stando agli analisti di Frost and Sullivan, circa l’ 80% dei contenuti per cellulari è stato piratato e diffuso abusivamente.

Patrick Parodi, direttore del MEF , ha immediatamente lanciato l’allarme: l’unica soluzione possibile, dice Parodi, è l’adozione di sistemi DRM interoperabili da parte dei produttori di hardware e dei distributori di contenuti multimediali. “L’arena del mercato mobile offre ampi margini di profitto”, ha specificato Parodi in un comunicato ufficiale, “ma abbiamo assolutamente bisogno di piattaforme tecnologiche sicure che offrano un’adeguata protezione dei contenuti coperti da copyright”.

Parodi spinge per un approccio ragionevole che non vieti arbitrariamente la condivisione, indicata come “soluzione istintiva che rischia di danneggiare irrimediabilmente il mercato”. La posizione ufficiale di MEF è invece di “promuovere l’uso di standard DRM condivisi, proprietari oppure open source, che permettano il controllo della condivisione abusiva ed al tempo stesso aprano le porte a nuovi modelli di business”.

In pratica, Parodi non vuole sbarrare la strada alla possibilità di modelli di distribuzione P2P per cellulari o più semplicemente agli utenti che desiderino utilizzare la suoneria acquistata contemporaneamente su più dispositivi mobili. “Siamo bene intenzionati a supportare la creazione di un sistema robusto di mobile Digital Rights Management “, dicono i portavoce del MEF, “che possa garantire il rispetto della proprietà intellettuale ed al tempo stesso offrire interoperabilità e dinamicità ai consumatori”. Ma unire le due cose, come ripetono da tempo gli esperti , potrebbe rivelarsi impossibile.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 11 mag 2006
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